Sono stati intercettati a largo di Torre Archirafi su un peschereccio lungo una quindicina di metri, e sono stati fatti approdare nel porto etneo. Da lì sono stati trasferiti nella palestra dell'istituto scolastico in via Cordai, poco distante da via della Concordia. Sono solo uomini, nessuno di loro ha chiesto asilo politico, molti dichiarano di avere meno di diciott'anni. Entro stasera saranno trasferiti nelle strutture che si diranno disponibili ad accoglierli
Catania, 110 migranti sbarcati nella notte Per oggi ospitati nella scuola Andrea Doria
Sono stati intercettati ieri sera a largo di Torre Archirafi, frazione del Comune di Riposto, e la Guardia di finanza messinese, insieme a quella etnea, li ha dirottati al porto di Catania, dove sono sbarcati intorno a mezzanotte. Sono i 110 migranti, tutti nordafricani, per lo più egiziani, che sono attualmente ospitati all’interno della palestra della scuola Andrea Doria, in via Cordai, a pochi metri da via della Concordia. Quando sono stati avvistati erano a bordo di un’imbarcazione simile a un peschereccio lunga 15 metri. Secondo quanto hanno raccontato alcuni di loro, il viaggio dalle coste africane è durato tre giorni. E si è concluso a seguito dei controlli delle fiamme gialle.
Quattro uomini sono stati fermati già in nottata e sono accusati di essere gli scafisti, gli altri per lo più ventenni, tutti maschi sono stati accolti nella struttura scolastica. «Ma non ci rimarranno per molto», affermano gli uomini delle forze dell’ordine che, al momento, presidiano l’edificio. «Molto probabilmente proseguono saranno trasferiti in giornata». Dove non è ancora chiaro, «dipenderà dalle disponibilità delle strutture». Intanto, proseguono le operazioni di riconoscimento: i migranti non hanno documenti, nessuno parla italiano («Qualcuno si esprime in un inglese stentato») e una quarantina di loro si sono dichiarati minorenni. «Sono affermazioni che vanno verificate aggiungono gli inquirenti a giudicare dal loro aspetto, è verosimile che a non aver ancora compiuto diciott’anni ce ne siano una decina».
In mattinata è stato loro servito un pasto. «Scatolette, panini, succhi di frutta, cose di questo genere», spiega un uomo della Croce rossa. A occuparsi del cibo è il Cara di Mineo, mentre la Croce Rossa è stata convocata per fornire un presidio sanitario. Caritas, Protezione civile e associazione Migrantes fanno il resto: «Sono stati reidratati, ma per fortuna nessuno stava male o aveva bisogno di particolari cure». Ad alcuni sono stati dati dei vestiti, e intorno alle 13 è stato portato loro un nuovo pasto caldo. Nessuno dei nordafricani ha richiesto asilo politico.