Davanti alla Comunità Rosanna c'è un via vai di familiari arrivati per verificare le condizioni di salute degli anziani. «Devono buttare le chiavi, ci costituiremo parte civile», attacca la figlia della 90enne picchiata. «La titolare ci diceva che mia nonna si procurava i lividi da sola e che voleva togliersi la vita», le fa eco un'altra
Castellammare, nella casa di cura sequestrata «Mia nonna aveva lividi, ma ci rassicuravano»
Davanti al condominio della centralissima via Segesta a Castellammare del Golfo è un via vai di parenti che cercano di sapere le condizioni dei propri cari, ospiti della casa di cura ribattezzata dai carabinieri «la casa degli orrori». Si tratta della Comunità alloggio per anziani Rosanna, sequestrata e affidata a un amministratore giudiziario nominato dalla Procura della Repubblica. In manette sono finiti i due titolari della struttura, Rosanna Galatioto e Matteo Cerni, e altri due operatori: Anna Maria Bosco e Marianna Rizzo.
Dalle immagini diffuse dai carabinieri si vedono alcuni anziani legati e sbattuti violentemente contro lo schienale della sedia. Schiaffi, pugni, e maltrattamenti nei confronti di anziani inermi e malati. Una signora riconosce la madre nel video: «Sono sicura che si tratta di mia madre, ha 90 anni ed è stata operata da poco al braccio e dal video sembra proprio lei. Sono andata a vederla poco fa, adesso mia madre sta bene. Devono pagare – sottolinea a MeridioNews la figlia dell’anziana ospite -, noi ci costituiremo parte civile. Devono buttare le chiavi».
«Siamo davvero scossi – racconta un’altra signora – mia madre è qua da circa venti mesi e non si è mai lamentata, l’abbiamo controllata: non ha lividi. Noi non abbiamo mai avuto sospetti sui gestori, anche se lui era un tipo che rispondeva sempre in malo modo. Però non abbiamo mai sospettato di niente. Con noi si comportavano sempre bene, poi quando andavamo via non lo so. Però ultimamente mia madre diceva che voleva andare via, perché c’era “troppa confusione”». «Anche con noi sembravano simpatici e disponibili – racconta una terza signora – pubblicavano anche su Facebook i video delle attività nella casa di cura, ma invece…». Proprio sulla pagina social della casa si vedono diversi video di feste e momenti ricreativi all’interno della struttura. In un post scrivevano: «Potete seguire la pagina per vedere tutte le nostre attività fatte con amore e semplicità»
La casa di cura, che si divide in più piani, si trova in un grande condominio, il palazzo Quadrifoglio, ed è stata sequestrata. Gli anziani, visitati questa mattina da un medico della procura, stanno bene anche se alcuni presenterebbero degli evidenti lividi. A testimoniare la crudeltà di alcune condotte ci sono i video ricavati dalle telecamere di videosorveglianza installate dagli investigatori all’interno della casa. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, se qualche ospite tentava di ribellarsi o confidava di voler denunciare ai propri familiari le violenze subite, gli operatori aumentavano la razione quotidiana di violenze e maltrattamenti proprio per non perdere la cospicua retta mensile. «Paghiamo oltre mille euro al mese – spiega la nipote di una signore ospite della casa di cura –, i comportamenti dei due titolari non mi sono mai piaciuti. Mia nonna diceva sempre che voleva tornare a casa, aveva dei lividi, ma la titolare ci rassicurava. Diceva che era lei stessa a procurarseli e che voleva togliersi la vita. Noi ci fidavamo, venivamo più volte a settimana. Adesso è ancora nella casa, accudita da alcune ragazze che sono degli angeli».
Attualmente i 15 ospiti della casa sono accuditi da volontari esterni alla struttura e hanno ricevuto la visita dei proprio cari. Diverse sarebbero le violenze nei confronti degli anziani, in particolare su una 90enne: «L’indagine nasce grazie alla tutela delle fasce più deboli – spiega a Meridionews Giulio Pisani, comandante della compagnia dei carabinieri di Alcamo -, siamo molto attenti su questi temi e abbiamo raccolto diverse voci dei cittadini che ci hanno portato ad approfondire questa struttura. Dalle testimonianze abbiamo deciso di approfondire con un indagine più tecnica. I comportamenti dei titolari erano molto ambigui. Non c’è una denuncia da parte di un cittadino, perché molti non erano al corrente delle violenze ma solo di qualche sospetto. Abbiamo chiuso l’indagine in poco tempo, la nostra priorità era quella di porre fine alle violenze nel più breve tempo possibile. Le violenze accertate sono su tre anziani, in particolare di una signora di 90 anni che era la vittima prediletta degli operatori. Da parte loro – conclude – al nostro arrivo solo silenzio. Non hanno voluto rilasciare dichiarazioni».
Il sindaco Nicolò Coppola si è complimentato con i militari dell’Arma per l’operazione: «Inaccettabili, vili e soprattutto disumani gesti nei confronti dei più deboli che sono i primi cittadini da tutelare e proteggere. Nel rivolgere il mio plauso, quello dell’amministrazione comunale e dell’intera città di Castellammare ai carabinieri della stazione di Castellammare del Golfo, rivolgo la mia solidarietà e vicinanza ai parenti delle vittime di tanta immotivata violenza».