È l’ultimo arrivato al dipartimento Lavoro ma il primo che se ne va. Il dirigente generale Giovanni Vindigni, subentrato a metà marzo alla guida del delicato ufficio, ha rassegnato le dimissioni che sono state accolte dal presidente della Regione Nello Musumeci e dall’assessore Antonio Scavone. Paga la disastrosa gestione da parte della Regione della cassa integrazione in deroga per i dipendenti da due mesi senza stipendio a causa del Covid.
Su proposta dello stesso assessore Scavone, la giunta regionale, riunitasi nel primo pomeriggio, ha affidato l’incarico ad interim al ragioniere generale Giovanni Bologna, che si è già insediato.
«Il dottore Vindigni – ha sottolineato Musumeci – è persona perbene, trovatasi, suo malgrado, al centro di una vicenda – quella dei ritardi nelle pratiche per la cassa integrazione – sulla quale occorrerà fare chiarezza. Per questa ragione con l’assessore Scavone abbiamo avviato un’indagine interna e stiamo verificando, al tempo stesso, la quantità e la qualità del lavoro prodotto in questi dieci giorni dai dipendenti collocati in lavoro agile».
Sono ancora circa 138mila i lavoratori siciliani che hanno fatto richiesta della Cig in deroga e che attendono. Fino a oggi sono 5.023 le pratiche inviate dalla Regione all’Inps su un totale di circa 140mila. Avvio delle procedure in ritardo rispetto ad altre regioni e una piattaforma informatica rivelatasi assolutamente non idonea sono alla base dei ritardi siciliani. Nelle ultime 24 ore si è aggiunta la querelle sul bonus chiesto dai sindacati per ogni pratica evasa dai dipendenti dei centri per l’impiego, in sostituzione del pagamento degli straordinari. Una vicenda su cui la ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Daidone ha annunciato di volerci vedere chiaro e ha inviato gli ispettori a Palermo.
Domattina, intanto, alle 10.30, Musumecui e Scavone terranno una conferenza stampa a Palazzo Orleans per fare il punto sui temi della cassa integrazione e sulle risorse ai Comuni destinate all’assistenza alimentare delle famiglie disagiate.
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