L'ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo in queste ore è finita nuovamente sotto i riflettori perché per tre anni avrebbe fatto la spesa nel negozio sequestrato a un boss pagando saltuariamente. Su richiesta del laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin, il Comitato di presidenza ha aperto una pratica per verificare la «congruità delle scelte organizzative effettuate e il rispetto delle disposizioni tabellari»
Saguto, debito in market sequestrato Aveva in sospeso conto di 18mila euro
Silvana Saguto, l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo è finita nuovamente sotto i riflettori perché per tre anni avrebbe fatto la spesa nel market sequestrato pagando i conti saltuariamente e lasciando un sospeso di 18.451 euro. La notizia, pubblicata sul Giornale di Sicilia, emerge nelle carte dell’inchiesta. La finanza avrebbe sequestrato documenti nella sede dell’amministrazione della società sequestrata dopo che il cassiere aveva chiesto il pagamento degli arretrati e dopo che il marito del magistrato, Lorenzo Caramma (anche lui indagato) aveva coperto in parte il debito con un bonifico di 10 mila euro. Saguto dice di non essere «interessata in alcun modo alla misura di prevenzione» di quel market. L’attuale amministratore giudiziario è stato nominato dal collegio presieduto dal collega Vincenti.
Il Csm ora vuole vederci chiaro sull’organizzazione impressa dal magistrato ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale e sulla gestione dei beni confiscati, dopo il clamore suscitato dall’inchiesta della Procura di Caltanissetta. Su richiesta del laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin, il Comitato di presidenza ha aperto una pratica per verificare la «congruità delle scelte organizzative effettuate e il rispetto delle disposizioni tabellari». Proprio oggi il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Palermo, Francesco Greco, ha denunciato al Csm il caos organizzativo di quella sezione, oltre a chiedere un rapido intervento per ripristinare la credibilità dell’immagine della magistratura di Palermo.
Greco è stato sentito dalla Prima Commissione che ha aperto la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale nei confronti di tutti i cinque magistrati indagati a Caltanissetta. Ai consiglieri Greco ha manifestato il «grave disagio» dell’avvocatura e ha parlato di un «clima di sfiducia» e di un «appannamento» dell’immagine dei giudici di Palermo. Pur apprezzando le misure disposte dal presidente del Tribunale, che ha trasferito tutti i magistrati coinvolti nell’inchiesta dalla sezione sulle misure di prevenzione, ha detto che sono però interventi insufficienti, invitando il Csm ad agire con i suoi più incisivi strumenti. E al di là delle vicende ora al cento dell’indagine nissena, ha lamentato i ritardi nelle udienze e la non certezza dei tempi di decisione, che a suo dire, avrebbero sempre caratterizzato la sezione misure di prevenzione, durante la presidenza Saguto.
Problemi che sarebbero emersi in parte anche dall’audizione delle scorse settimane del presidente del tribunale di Palermo, Salvatore Di Vitale. Il ciclo di audizioni della Prima Commissione, ora presieduta dal laico Renato Baldeduzzi, continuerà lunedì: saranno sentiti il presidente della Corte d’appello Giacchino Natoli, il Pg Roberto Scarpinato e il presidente della sezione locale dell’Anm Matteo Frasca. Martedì invece dovrebbe essere ascoltato il presidente della Camera Penale Antonino Rubino, che con un documento ha di recente invocato l’azzeramento della sezione misure di prevenzione.