Dopo il ricorso in Cassazione presentato dai due legali di Pino Maniaci, Antonio Ingroia e Bartolo Parrino, la seconda sezione della Cassazione ha deciso di accogliere la richiesta della Procura, disponendo nuovamente il divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani per il direttore di Telejato, accusato di estorsione nei confronti dei sindaci di Borgetto e Partinico, Gioacchino De Luca e Salvatore Lo Biundo, e ai danni di un ex assessore, Gioacchino Polizzi. «Mi hanno appena chiamato i carabinieri e quindi significa che mi devono notificare l’allontanamento», commenta Maniaci a MeridioNews.
«Più si va avanti più capisco che sono un delinquente – dice ironico il giornalista -. In Italia ci sono due pesi e due misure per quanto riguarda la giustizia, perché è impensabile che la signora Saguto, con 20 capi di incolpazione e con i reati già accertati, sia ancora a piede libero e io invece debba subire quest’altro allontanamento», dice riferendosi alla giudice Silvana Saguto, ex presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, indagata per corruzione e altri reati.
«Non me lo aspettavo, nella maniera più assoluta», aggiunge ancora Maniaci. «A quanto pare il ricorso che abbiamo presentato è stato dichiarato inammissibile, per un errore formale da parte dei miei avvocati: pare che non sia stato presentato in tempo utile. Si sono appigliati a qualche formalità, perché è quello che vanno cercando». Lo conferma anche l’avvocato Ingroia, che spiega a MeridioNews: «C’è una formula di per sé piuttosto oscura della dichiarazione di inammissibilità del nostro ricorso – commenta il legale -. Respinto significherebbe rigettato, invece l’inammissibilità ci fa pensare che non lo hanno neanche valutato, non sono entrati nel merito».
Il primo allontanamento forzato nei confronti del cronista era stato sospeso e invalidato a maggio dal Tribunale del Riesame per via di un errore nella notifica dell’udienza in cui si sarebbe dovuta discutere la misura. Ma i pm impegnati nel caso, Roberto Tartaglia, Annamaria Picozzi, Fracesco Del Bene e Amelia Luise, avevano impugnato un’altra parte della decisione del Gip che aveva respinto parzialmente la richiesta di allontanare il direttore di Telejato dalle due province: il Riesame aveva accolto l’appello, ritenendo corretta la contestazione al capo 14 a Maniaci, cioè l’ipotesi di estorsione all’ex assessore di Borgetto, Gioacchino Polizzi.
Secondo gli inquirenti, infatti, il giornalista lo avrebbe costretto ad acquistare uno stock di magliette, in cambio di una linea più morbida da parte della televisione di Partinico nei confronti delle istituzioni locali. A questo punto i due difensori si erano rivolti alla Cassazione per ottenere l’annullamento della decisione, da entrambi ritenuta «assolutamente infondata, perché si tratterebbe di un’applicazione di misura per un capo d’accusa che il Gip ha ritenuto insussistente». La Suprema Corte, però, ha deciso di disporre nuovamente la misura del divieto di dimora.
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