L'associazione Valle del Simeto, di cui Emanuele Feltri è presidente, ha lanciato una campagna di finanziamento: tramite un sito internet sarà possibile contribuire alla ricostruzione di un'antica trazzera regia. L'unica strada che porta a Sciddicuni, a quel casolare di campagna in cui nei mesi scorsi le cinque pecore dell'agricoltore etneo sono state ammazzate a mo' di intimidazione. Ma ogni storia ha risvolti inaspettati e sono quelli che CTzen ed EtnaWalk hanno tentato di raccontare in un video presto in uscita. Guarda il trailer
Caso Feltri, al via una raccolta fondi online La storia nel documentario Scava lu cori
In contrada Sciddicuni la vita continua. Dopo le pecore ammazzate, gli scarichi fognari notturni, i messaggi di solidarietà e l’interessamento dei politici, Emanuele Feltri, 33 anni, continua a lavorare a Paternò, in provincia di Catania. E attorno a lui sta nascendo un movimento. Da quando le intimidazioni mafiose si sono fatte più frequenti, da quando è diventato chiaro che le sue denunce sulle discariche abusive nell’oasi di Ponte Barca, in piena valle del fiume Simeto, davano fastidio a qualcuno, ad andarlo a trovare nel suo terreno di cinque ettari sono stati in tanti. Per stargli vicino, programmare iniziative – la prossima domani – e raccontare delle vicende che non sono più solo le sue. Così, nelle prossime settimane, troverete la storia dei giovani di Paternò e del loro impegno in un documentario girato da CTzen in collaborazione con Giuseppe Distefano e l’associazione EtnaWalk: Scava lu cori, di cui intanto vi proponiamo il trailer.
In attesa del documentario, da domani sarà possibile per tutti andare di persona a Ponte Barca. Per arrivare al casolare di Emanuele Feltri, però, bisogna percorrere una strada sterrata, «la vecchia via del grano: una trazzera regia che permetteva a Paternò di comunicare coi comuni vicini». «Adesso la via del grano è completamente dissestata», spiega il giovane. Per questo, l’associazione culturale Valle del Simeto, di cui lui è presidente, ha lanciato una raccolta fondi, in partnership col Comune di Paternò, Legambiente e Libera. «Vogliamo dare una nuova vita a questa porzione stupenda di territorio si legge sul sito della campagna di finanziamento dal basso Ricostruendo secondo tecniche antiche e rispettose della natura il manto stradale, e rendendo nuovamente la zona accessibile a tutti. A piccoli passi». Prima il chilometro e mezzo che porta a Sciddicuni, poi il resto. «Questa è la nostra terra continua l’associazione Da qui ripartiamo e non saremo noi ad andarcene». La riappropriazione partirà domenica 29 settembre. Prima con una passeggiata in mountain bike lunga 12 chilometri, poi con la pulizia, alle 15.30, della riva destra dell’oasi di Ponte Barca.
[Foto di Giuseppe Distefano per EtnaWalk]