Caso Fava, i dubbi di Schifani

Che il caso Fava fosse poco chiaro, lo abbiamo notato subito. Non solo per le modalità del tutto irrituali che hanno visto un ministro degli Interni entrare a gamba tesa nelle elezioni siciliani (senza averne alcun titolo) ma anche per dubbi di natura tecnica. Ci siamo rivolti ad un esperto che ha confermato come le norme cui si è fatto riferimento per escludere l’esponente di Sel, appoggiato da Idv, Rifondazione comunista, Un’altra Storia, Verdi e da altri cartelli di Sinisistra, siano molto discutibili.

Tant’è che oggi, pure la seconda carica dello Stato italiano, ovvero il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha dichiarato i suoi dubbi:

“Mi pongo un interrogativo: è stata limitata la possibilità di partecipazione al voto nei confronti di un siciliano?. Occorrerebbe riflettere bene sull’adeguamento della normativa, perchè le norme elettorali sono rigorose ma vanno adeguate anche al nuovo comune sentire dei cittadini e vanno rivisitate anche in una logica di migliore conoscenza e riduzione dei tempi senza incappare in norme obsolete” ha detto Schifani  “a me è dispiaciuta moltissimo l’esclusione di Claudio Fava  un uomo la cui storia politica personale e famigliare è nota a tutti, a noi siciliani e italiani. Ha dimostrato grande senso di responsabilità perchè rischiava di mettere a repentaglio anche la validità delle sue liste”.

Non sfugge a Fava la valenza istituzionale di questa dichirazione: “Siamo riconoscenti al presidente del Senato, Renato Schifani, per la sensibilita‘ che ha dimostrato nei confronti di un problema che non e’ soltanto nostro, ma di tutti i cittadini che vogliono concorrere liberamente per la rappresentanza in istituzioni importanti come le Regioni. Che il presidente del Senato abbia voluto sottolineare pubblicamente questo aspetto costituisce un fatto politico-istituzionale di notevole valenza” ha detto l’ormai ex candidato alla Presidenza della Regione.

Che ha aggiunto: “Crediamo, peraltro, che ogni forma era stata rispettata – prosegue – ma l’interpretazione ambigua di una norma, definita giustamente obsoleta, avrebbe messo a rischio la nostra partecipazione e abbiamo preferito sottrarci al rischio di una esclusione definitiva. Adesso stiamo valutando a quali percorsi affidare la tutela della nostri diritti elettorali attivi e passivi a prescindere dalla scelta fatta. Una scelta – conclude Fava – che ci ha motivato ancora di piu’ nella battaglia elettorale per dare una speranza di liberazione alle siciliane e ai siciliani’.

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Che il caso fava fosse poco chiaro, lo abbiamo notato subito. Non solo per le modalità del tutto irrituali che hanno visto un ministro degli interni entrare a gamba tesa nelle elezioni siciliani (senza averne alcun titolo) ma anche per dubbi di natura tecnica. Ci siamo rivolti ad un esperto che ha confermato come le norme cui si è fatto riferimento per escludere l'esponente di sel, appoggiato da idv, rifondazione comunista, un'altra storia, verdi e da altri cartelli di sinisistra, siano molto discutibili.

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