Caso candelora, ancora messaggi per Meridio «Querela pretestuosa contro giornalismo libero»

«Una redazione che negli anni, attraverso molteplici inchieste, ha aperto diversi vasi di pandora nel nostro territorio, svolgendo un ruolo importantissimo per la società». È con queste parole che il gruppo parlamentare del MoVimento 5 stelle all’Ars comunica la sua solidarietà alla redazione di MeridioNews, denunciata per diffamazione aggravata a causa dell’articolo che ha raccontato la lunga e insolita sosta di una candelora in via Torre del Vescovo, lo scorso 4 febbraio, nei pressi dell’abitazione del presunto boss del clan Cappello Massimiliano Salvo. La querela è partita dall’associazione Cereo degli ortofrutticoli e, sebbene il fascicolo risulti aperto contro ignoti, gli unici indagati al momento sarebbero i nostri due cronisti Dario De Luca e Luisa Santangelo, autore e autrice del pezzo incriminato. «I due bravi giornalisti, di altissimo profilo professionale, sono stati querelati in modo pretestuoso», proseguono i tre deputati regionali che firmano il comunicato, Angela Foti, Gianina Ciancio e Francesco Cappello.

La notizia della querela è stata diffusa da questo giornale dopo che, lo scorso giovedì, era diventata oggetto di un intervento in consiglio comunale, firmato dai consiglieri Sebastiano Arcidiacono, Agatino Lanzafame e Niccolò Notarbartolo. «È compito nostro ribadire che la città di Catania ha assoluto bisogno di giornalisti liberi e coraggiosi che raccontino quelle cose che troppo spesso vengono taciute», ha detto Notarbartolo nell’aula consiliare, invitando chi l’ha presentata a ritirare la querela. Il giorno successivo, venerdì 20 marzo, i messaggi di solidarietà si sono moltiplicati. A partire da quello del Comitato per la legalità nella festa di Sant’Agata, che include le associazioni antimafia Libera, AddioPizzo e la fondazione Giuseppe Fava. A seguire, sono arrivati il sostegno della testata antimafia I Siciliani giovani, che raccoglie l’eredità de I Siciliani di Pippo Fava, e quello del quotidiano online etneo L’urlo. L’associazione romagnola Gruppo dello zuccherificio, che nel 2013 aveva dato un premio proprio a questa testata, è andata oltre: «Invitiamo tutte le realtà del mondo dell’informazione e della società civile a esporsi e a far sentire la propria vicinanza alla redazione di MeridioNews». Un appello che già venerdì è stato accolto da tanti.

Ieri al lungo elenco di messaggi già arrivati si è aggiunto quello del MoVimento 5 Stelle: «Alcune inchieste di MeridioNews sono diventate spunto per atti investigativi che abbiamo presentato al parlamento regionale, tra queste ricordo quella sulla costruzione del parcheggio Raffaello Sanzio di Catania che racchiude una torbida storia giudiziaria dietro le imprese a cui viene affidata la progettazione, costruzione e gestione del parcheggio», afferma Foti. E, assieme ai colleghi, la deputata dell’Assemblea regionale siciliana conclude: «La nostra solidarietà e quella di tutto il Movimento va a loro e a tutto ciò che rappresentano; e, quindi, al giornalismo libero, quello coraggioso, che non ha padroni e che rinnega l’omertà».

Un articolato messaggio di sostegno arriva pure da Catania Bene Comune: «Sono tanti, troppi, i giornalisti che nella nostra città vengono denunciati alla magistratura con l’accusa di aver raccontato fatti, pubblicato verità scomode. Siamo però certi che nessuna querela riuscirà a fermare il tenace e libero lavoro di chi racconta la realtà difficile di Catania, i suoi problemi e i poteri, anche criminali, che la dominano».  «È ignobile e grottesco — prosegue Cbc — che vengano perseguiti penalmente coloro che raccontano i fatti mentre non si interviene contro chi pare abbia portato un simbolo della festa e della città sotto casa di un mafioso, recando, questa volta sì, grave danno all’intera città». E, conclude il comunicato: «I criminali sono i mafiosi che ammorbano la città e i suoi quartieri, non i giornalisti che li raccontano.»

Per l’associazione antimafia Rita Atria «la querela quale tentativo per intimorire è uno strumento da condannare, senza alcuna esitazione – scrivono i membri – La difesa dei valori di democrazia passa anche da battaglie come queste, a difesa di un giornalismo che deve essere libero». Sulla stessa linea anche il post pubblicato su Facebook dall’associazione Gammazita, che prende il nome dallo storico pozzo di cui spesso abbiamo scritto e che organizza e promuove Ursino buskers e la Piazza dei libri: «Solidarietà e sostegno a Luisa Santangelo e Dario De Luca di MeridioNews, querelati per aver raccontato le inaccettabili commistioni mafiose all’interno della festa di sant’Agata – si legge – Questa querela sembra un atto di intimidazione verso chi ogni giorno svolge con sacrificio e professionalità il proprio lavoro».


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