«A volte mi chiedo come sia possibile tenere una strada del centro abitato al buio. Se poi aggiungiamo che nella stessa via c’è la Casa del nespolo… L’avremmo pure visitata, ma alle 18.05 era già chiusa. Scarse le indicazioni per arrivarci, meglio chiedere alle persone del posto». È il commento di Alfonso su Trip advisor, il noto portale di recensioni turistiche pubblicate online. Assieme al suo, sono tanti i messaggi lasciati dai turisti che avrebbero voluto conoscere meglio la storia di Giovanni Verga e dei suoi Malavoglia, ma che non sono riusciti a raggiungere il loro obiettivo. «Le indicazioni stradali erano totalmente assenti e i cittadini di Aci Trezza non sono riusciti ad aiutarmi: erano molto confusi anche loro. I turisti così rinunciano», racconta un visitatore a MeridioNews. Dopo il suo atterraggio nel capoluogo etneo, gli sarebbe piaciuto andare nella casa attribuita – erroneamente – a padron ‘Ntoni e ai suoi. Ma non ce l’ha fatta per la mancanza di informazioni adeguate. «Arrivati sul posto – scrive ancora online Claudio – intorno alle 11.45 il personale non ci voleva fare entrare per un rapido sguardo perché stava chiudendo. Un quarto d’ora prima? È così che facciamo turismo?».
A 94 anni – oggi – dalla morte dello scrittore etneo Giovanni Verga, il luogo che celebra uno dei suoi capolavori e il territorio in cui è ambientato è riconoscibile solo per via di una targa marrone poggiata per terra, accostata a un vaso di fiori. L’indirizzo pubblicato online è chiaro: via Arciprete Salvatore De Maria 15. Una scalinata piena di botteghe al pianterreno. Ma trovare quella giusta è una conquista, tanto che pure i residenti non nascondono una certa confusione. «È in tanti posti la Casa del nespolo», sostiene, in dialetto, un trezzoto di mezza età. «La vera casa era lì in fondo, in base a quanto mi ricordo», dice. Indicando la zona in cui si sarebbe trovata l’abitazione in cui Luchino Visconti ha ambientato, nel 1948, La terra trema. Una vera e propria pietra miliare del cinema neorealistico italiano, la cui storia è ispirata alle vicende dei pescatori della Trezza descritti da Verga. «Ma l’edificio poi è crollato – continua il residente – Quindi lo hanno buttato giù e ci hanno fatto una casa».
«Le persone vengono a chiedere se qui abitava Verga o se questa fosse la casa dei Malavoglia», racconta una ragazza che lavora all’interno della Casa del nespolo. «Io rispondo sempre – prosegue – che Verga non era di Aci Trezza e che i Malavoglia non sono mai esistiti». Resta il fatto che la casa museo – creata ad hoc per ricordare un pezzo di storia del borgo marinaro più famoso della letteratura nostrana – «è difficile da trovare», conferma la giovane. Il dato positivo sono le «guide molto preparate» e i «racconti suggestivi» descritte dai turisti che siano riusciti nell’obiettivo di visitare la struttura. «Il cartello era nascosto dall’erba», scrive un utente di origini spagnole. «Consiglio di tenere aperto di più – dice una cittadina di Ravenna – Siamo arrivati alle 15, ma fino alle 16 non apriva».
«Fare l’orario continuato sarebbe certamente una cosa positiva, ma vedremo se è possibile», risponde il sindaco di Aci Castello Filippo Drago. «È la prima volta che sento lamentele a proposito della Casa del nespolo: la visitano decine di migliaia di persone e io sento sempre complimenti – afferma il primo cittadino – Non posso che essere lieto di una cosa che funziona così bene e dà lustro alla città». Sulla mancanza di segnaletica, però, fa un passo indietro: «Non sapevo che il cartello fosse per terra, provvederò domani mattina a informarmi e a farlo ripristinare». E se la confusione dei turisti può essere giustificabile, un po’ meno lo sarebbe quella dei cittadini: «La Casa del nespolo è lì da non so quanti decenni. Penso dagli anni Novanta. I trezzoti dovrebbero saperlo».
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