L'amministrazione etnea lancia un avviso pubblico rivolto ai privati con cui presentare progetti di alloggi sociali a prezzi accessibili per i cittadini che, per ragioni di reddito, sono esclusi dal mercato immobiliare, premiando sostenibilità, riuso e innovazione. Una chiamata che riprende una legge regionale il cui regolamento, però, è ancora in attesa di approvazione. Ma secondo l'assessore alle Politiche sociali Carlo Pennisi, è importante lavorare adesso «per essere pronti a fornire risposte quando ci saranno le condizioni»
Casa, arriva il bando per il Social housing Ma manca ancora il regolamento regionale
Rispondere al fabbisogno abitativo delle fasce più deboli che vivono a Catania attraverso il social housing. E’ l’obiettivo del Comune di Catania attraverso l’Avviso pubblico per l’acquisizione di manifestazioni d’interesse finalizzate alla realizzazione di interventi di social housing. Il termine identifica un sistema di abitazioni e servizi, a prezzi più accessibili rispetto al mercato, e inseriti in un contesto abitativo sociale dignitoso, da assegnare a chi non può permettersi i costi ordinari o accedere al credito per pagarsi un mutuo. Si pensa a famiglie con redditi bassi, lavoratori a progetto, giovani coppie, studenti, pendolari, separati o divorziati, anziani, immigrati. L’avviso si rivolge ai privati per raccogliere progetti volti a permettere all’amministrazione di far fronte alla tensione abitativa. Il Comune, che ha le casse vuote, tenta così di ampliare «lofferta degli alloggi in affitto e in vendita facendo particolare attenzione alla sostenibilità sociale, ambientale e finanziaria del territorio, ma anche a razionalizzazione, riorganizzazione e riuso del tessuto urbano già esistente, limitando al massimo la spesa pubblica grazie al partenariato con il privato. Che però, per essere operativo, deve attendere l’approvazione del regolarmente regionale, ancora in stand by.
Il progetto, bandito nelle scorse settimane, è stato presentato solo martedì scorso dall’assessore alle Politiche sociali Carlo Pennisi e dai tecnici del Comune. Un ritardo che deriva dalla mancata approvazione del nuovo Prg. «Abbiamo aspettato a presentarlo perché volevamo che prima fosse approvato il Piano regolatore generale, al cui interno avrebbe avuto di certo una dimensione più importante», spiega Pennisi. «La tensione abitativa – ragiona l’assessore – a Catania è alta e diventa emergenza quando le risposte non sono strutturate». Per risolverla, sottolinea Pennisi, servono «misure organizzate tra loro di cui il social housing è la parte finale, dedicata alla fasce marginali del mercato: soggetti che, per motivi reddituali, ne sono stati espulsi o hanno difficoltà ad entrarci».
Il contenuto del bando è stato approfondito nel corso di un incontro-dibattito nei locali di Zoreload, il nuovo spazio catanese di co-working nato dalla collaborazione tra il Centro Zo e la community di Hub Sicilia per «promuovere cultura e innovazione sociale – spiega il co-fondatore di Hub Rosario Sapienza – offrendo mezzi per promuovere lo sviluppo locale sostenibile ed inclusivo, tramite l’ascolto e la messa in connessione delle varie realtà presenti sul territorio». E che, «su input dell’amministrazione comunale», si pone come «catalizzatore» per organizzare attività e creare connessioni di interesse sui progetti per il social housing in città.
Il bando fa riferimento alla Legge Regionale numero 1 del gennaio 2012 sul tema della Riqualificazione urbanistica con interventi di edilizia sociale convenzionata. Misure urgenti per lo sviluppo economico, che promuove la realizzazione di interventi finalizzati allinsediamento di alloggi sociali ricorrendo agli strumenti di partenariato pubblico-privato. Che però non è ancora operativa. La sua attuazione – premette l’architetto Antonio Iannizzotto, funzionario comunale – «dipende da un regolamento che però ancora non è stato approvato all’Ars». Ma «il Comune non vuole rimanere indietro», precisa. Gli fa eco l’assessore Pennisi, che sottolinea l’importanza di avviare adesso una raccolta di progetti, cosicché «quando ci saranno le condizioni, si saprà come rispondere».
A valutare i progetti che arriveranno sarà l’amministrazione tramite una commissione terza, in base ai criteri specificati nel bando, che valorizzano gli aspetti legati alla sostenibilità economica ed ambientale, al riuso e all’innovazione. «La legge – spiega Iannizzotto – assegna una premialità al riuso del tessuto urbano esistente, abbassando i costi come incentivo al privato a proporre interventi». Che diventa così partner con il comune. «Nel bando – continua l’architetto – i tratti essenziali tecnici e innovativi sono dettagliati in termine di punteggio assegnato da uno studio regionale». Ai progetti, quindi, verrà dato «un punteggio effettivo basato sulla massima obiettività», assicura Iannizzotto. Presente all’incontro anche il sindaco Raffaele Stancanelli, che ha rimarcato come il social housing sia «l’unica risposta al problema del fabbisogno abitativo» e ha promesso la «trasparenza» delle attività dell’amministrazione in merito al bando. «Tutti i progetti saranno pubblicati per dare contezza di come si è lavorato», assicura.
Il bando – che scadrà il 30 maggio – definisce i progetti da presentare come in grado di costruire «nuove centralità urbane al contempo riqualificando il tessuto urbano di tutto il territorio comunale, ad eccezione della aree di verde agricolo». Prioritario il tema della sostenibilità, «come capacità di soddisfare unesigenza sociale come sostenibilità economico-finanziaria dellinvestimento, che si potrà raggiungere dando spazio anche all’edilizia residenziale libera, degli uffici, e terziaria in genere senza tradire la finalità sociale». Con lobiettivo di «aumentare lofferta di alloggi a prezzi accessibili attraverso la costruzione, gestione, lacquisto e laffitto di alloggi sociali».
Durante il dibattito, sono emerse anche alcune criticità, come la poca chiarezza dei regolamenti in merito al partenariato tra pubblico e privato, il bisogno di stabilire delle regole ben precise per l’edificazione degli spazi (che il nuovo Prg garantirebbe con più forza), oppure l’esclusione o il rischio di ghettizzazione di alcuni gruppi sociali, come è stato per l’edilizia popolare convenzionata. Con cui però, «il social housing non ha niente a che fare», specifica l’assessore Pennisi. «Il bando – gli fa eco Iannizzotto – non ha la presunzione di risolvere i problemi di 40 anni di urbanistica, ma è sicuramente un primo passo», assicura. «I nostri uffici – continua l’architetto – sono a disposizione per fornire chiarimenti e limitare al massimo le criticità dei progetti». Per assicurare, come stabilisce l’avviso, «la più ampia partecipazione sia nella fase di promozione sia nella fase di realizzazione degli interventi».
«L’amministrazione ha aperto un varco – spiega l’assessore Pennisi – per sostenere chi vuole proporre soluzioni, coinvolgendo le diverse professionalità coinvolte e l’intelligenza collettiva della città». Per «innescare meccanismi di collaborazione tra pubblico e privato che puntino alla crescita e che, quando il regolamento sarà approvato alla Regione, permettano di rispondere sul piano europeo».
[Foto di frizzetta]