L'evento coinvolgerà i quartieri di San Cristoforo, San Giovanni Galermo, Trappeto nord e San Berillo vecchio. A presentarlo, questa mattina, i rappresentanti di Arci Catania e Libera con i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil. «Ci sono realtà che hanno rotto con l'oppressione mafiosa», spiega Dario Pruiti
Carovana antimafie, presentate tappe etnee «L’obiettivo è di riportare le periferie al centro»
Quattro periferie di Catania come tappe della Carovana internazionale antimafie che raggiungerà giovedì prossimo il capoluogo etneo. Si tratta dei quartieri di San Cristoforo, San Giovanni Galermo, Trappeto nord e San Berillo vecchio. L’evento è stato presentato da Dario Pruiti, presidente di Arci Catania, Renato Camarda, componente del direttivo provinciale di Libera, e dai segretari provinciali di Cgil, Cisl, Uil Giacomo Rota, Rosaria Rotolo e Fortunato Parisi.
Aprendo la conferenza stampa nella sala Uil in via Sangiuliano, il presidente dell’Arci Dario Pruiti dichiara: «Quest’anno riportiamo le periferie al centro raccogliendo le testimonianze di realtà che hanno saputo rompere i sistemi di oppressione culturale e mafiosa. Per questa ragione Arci ha proposto che la carovana incroci a Catania l’esperienza di San Berillo, un quartiere che nasconde un meraviglioso dinamismo culturale, vero emblema di periferia al centro».
Tra i passaggi particolarmente significatavi uno sarà quello in
piazza Beppe Montana a Trappeto Nord. Intitolata al commissario ucciso dalla mafia il 28 luglio 1985. «Si tratta di una delle zone più difficili della nostra città dove c’è anche la presenza di una fiorente attività di spaccio – spiega Renato Camarda a MeridioNews -. Sarà un importante momento nella lotta contro l’illegalità – prosegue -, per la riqualificazione delle periferie. Ci sarà una presentazione del fratello, Dario Montana, e poi le associazioni di quartiere si occuperanno dell’animazione con i bambini».
Per i
segretari provinciali dei sindacati confederali le tappe della Carovana rappresentano la volontà di portare in primo piano le periferie. «Sono rappresentative di una realtà in cui convivono molteplici aspetti di vita – sottolineano Cgil, Cisl e Uil in una nota congiunta – dove l’illegalità si pratica alla luce del sole e dov’è facile reperire la manovalanza per ogni genere di attività e lavoro nero. Nello stesso tempo, però, in queste periferie i cittadini onesti e le istituzioni, prime tra tutte le scuole e le associazioni, da anni hanno rappresentato un forte presidio di legalità, portando alla luce quelle buone prassi che hanno costituito una vera e propria resistenza».