Caronte, truffa e frode: sequestrati tre traghetti Troppi rischi per la sicurezza di anziani e disabili

Navi non adatte al trasporto delle persone a mobilità ridotta. È questa l’accusa che ha portato la Procura di Messina a chiedere e ottenere il sequestro preventivo di tre navi della Caronte & Tourist isole minori spa. Sempre secondo l’accusa, in caso di incendio o incidenti ci sarebbero stati troppi rischi per anziani, disabili, donne incinte e con bambini piccoli, a causa di ostacoli e barriere architettoniche.

Gli inquirenti contestano i reati di truffa e frode in pubbliche forniture ai danni della Regione per un valore di 3,5 milioni di euro. L’inchiesta battezzata In alto mare è stata condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, in collaborazione con quelli messinesi, e ha coinvolto la compagnia di navigazione, il suo amministratore Sergio La Cava, e la società armatrice Navigazione Generale Italiana spa che nel 2017 è stata incorporata dalla prima società.

Il sequestro preventivo riguarda le navi Pace, Caronte e Ulisse attualmente impiegate nei collegamenti La Maddalena-Palau, Trapani-Isole Egadi e Palermo-Ustica, somme di denaro, beni mobili ed immobili e quote societarie per un ammontare di 3,5 milioni di euro. La Navigazione generale italiana spa si era aggiudicata il lotto Trapani-Isole Egadi nel 2016, nell’ambito del bando di gara indetto dall’assessorato regionale alle Infrastrutture. Un contratto di cinque anni, valore 15,9 milioni di euro, assegnato con un significativo ribasso, a 5,3 milioni. La Regione chiedeva un traghetto ben preciso per la tratta, in modo da consentire a tutti i passeggeri una traversata sicura, anche in caso di mare agitato o di pericolo. La finanza ricorda che «rientra nella nozione di persona a mobilità ridotta chiunque abbia una particolare difficoltà nell’uso dei trasporti pubblici, compresi gli anziani, i disabili, le persone con disturbi sensoriali e quanti impiegano sedie a rotelle, le gestanti e chi accompagna bambini piccoli». Le indagini hanno invece messo in risalto presunte «gravi carenze tecniche e strutturali in ragione delle quali non è assolutamente possibile trasportare in sicurezza persone a mobilità ridotta». 

Nel registro degli indagati, oltre a La Cava, consigliere e amministratore delegato della Ngi Spa (incorporata nel 2017 dalla Caronte & Tourist Isole Minori Spa) e legale rappresentante della Maddalena Lines Srl (partecipata nel 70% dalla Ngi Spa ed armatrice della nave Pace), Luigi Genchi, 55 anni, consigliere e amministratore delegato della Ngi Spa, Edoardo Bonanno, 48 anni, amministratore delegato della Caronte & Tourist Isole Minori Spa e Vincenzo Franza, 55 anni, presidente della Caronte & Tourist Isole Minori Spa e già consigliere delegato della Ngi Spa. La società Caronte & Tourist Isole Minori Spa è stata segnalata per la responsabilità amministrativa derivante da reato.

C’erano stati dei controlli da parte della capitaneria di porto di Messina, che aveva rilevato le irregolarità, concedendo un termine per i lavori di sistemazione. Ma dai riscontri effettuati dai finanzieri «la nave Pace presenta gravi carenze tecniche e strutturali. Tali difformità (rispetto a quanto previsto sia dalla normativa vigente che dal bando), accertate anche dai competenti organi tecnici nel corso delle periodiche attività ispettive, non sono mai state sanate e, conseguentemente, non avrebbero consentito la partecipazione né, soprattutto, l’aggiudicazione della gara alla N.G.I. S.p.A.». 

La Guardia di finanza accusa la società anche di aver effettuato «sostituzioni irregolari del traghetto designato per la tratta Trapani/Isole Egadi, non autorizzate preventivamente dalla stazione appaltante, ma soprattutto avvenute con ulteriori traghetti (Caronte e Ulisse) anch’essi carenti dei requisiti previsti per il trasporto delle persone a mobilità ridotta». 

In più gli investigatori sottolineano come la normativa prevede anche «cospicui contributi a beneficio degli aggiudicatari, sulla scorta di una stima del costo di gestione della tratta, al netto dei ricavi derivanti dalla vendita dei titoli di viaggio». Le navi sono state affidate ad un amministratore giudiziario.

La Caronte fa sapere che «il provvedimento dell’autorità giudiziaria, relativo a questioni interpretative delle attuali normative in materia di trasporto di persone a mobilità ridotta, non inficia la continuità dell’esercizio dei collegamenti marittimi, che quindi procedono nei termini ordinariamente previsti».


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