Il ministero dell’Interno ha autorizzato il finanziamento per il recupero di un immobile confiscato a Cosa nostra in contrada Giacaffe, per più di un decennio nel degrado: «Avere una struttura direttamente nel territorio renderà tutto meno traumatico»
Carini, ex bene mafioso diventa centro antiviolenza Il sindaco: «Questa è una conquista per la comunità»
Un milione e mezzo per trasformare un bene della mafia in un luogo della gente e per la gente soprattutto. E nemmeno uno qualsiasi, perché l’immobile in via Europa vedrà presto sorgere un centro per donne vittime di violenza, che si chiamerà La finestra della legalità. Il ministero dell’Interno ha autorizzato il finanziamento nell’ambito della partecipazione del Comune di Carini al Pon Legalità 2014/20. «Un atto concreto – dice subito il sindaco Giovì Monteleone -. Il finanziamento permetterà il recupero di un immobile confiscato alla mafia in contrada Giacaffe, per più di un decennio lasciato nel degrado, e il suo utilizzo per il ricovero e attività di laboratorio delle donne e dei figli che sono state vittime di violenze».
«Purtroppo nel nostro territorio comunale sono tante le famiglie “normali” al cui interno avvengono violenze nei confronti delle donne e dei minori: un fenomeno che comporta un alto costo sociale ed economico per il nostro Comune, che deve finanziare il ricovero presso altre strutture fuori dal nostro territorio con ingenti spese – spiega il primo cittadino -. Ecco perché l’amministrazione comunale ha ritenuto opportuno rivolgere l’attenzione per dare una soluzione a un grave problema sociale, fermo restando che si svolge costantemente anche un’azione di prevenzione per impedire la diffusione di questo fenomeno». E il lato positivo, come spiega a MeridioNews, potrà essere anche non solo quello di una migliore gestione economica da parte dell’amministrazione, ma «il fatto che avere una struttura direttamente nel territorio renderà tutto meno traumatico». Al servizio delle donne ci saranno infatti anche operatori del luogo, anche se «non abbiamo grandi numeri visto che siamo uno dei pochi territori ancora in espansione. Si fanno dei sacrifici – spiega il sindaco -, ma ottenere un finanziamento per questo tipo di progetto non può che essere un grandissimo successo».
La confisca è stata disposta nei confronti di Sebastiano Crivello, originario di Termini Imerese, e Anna Menale di Pescara nel lontano dicembre 1985, confermato poi dalla corte d’appello di Palermo l’anno successivo e divenuto definitivo nell’87. Ma si è dovuto attendere il 2008 perché l’immobile, in seguito a parere positivo della prefettura di Palermo e alla nota finale del Demanio, passasse effettivamente al patrimonio del Comune di Carini. L’immissione è avvenuta l’anno dopo, nel 2009, ma da allora l’immobile di contrada Giacaffe è rimasto in uno stato di totale degrado e abbandono. «Spero non passino anni e anni prima di ricevere questi soldi e di poter fare i lavori necessari, mi piacerebbe avere la soddisfazione di vederli cominciare mentre sono ancora in carica nelle vesti di sindaco – è l’augurio di Monteleone -. Ma se non sarà possibile, non cambierà il successo e l’importanza di un tale progetto, si lavora per la comunità, le conquiste valgono per tutti, è questo conta».
Dell’importo complessivo destinato al recupero e alla riqualificazione dell’immobile, 999.737,65 euro serviranno per i lavori, «comprensivi degli oneri afferenti alla sicurezza dell’importo di 21.935,00 euro non soggetti a ribasso, mentre 500.262,35 euro per somme a disposizione dell’amministrazione». Che si impegna a «sostenere l’onere derivante dalla manutenzione e la gestione della struttura per almeno cinque anni successivi alla conclusione del progetto».