Carini, emergenza rifiuti che prescinde da Bellolampo «Una bomba incontrollabile che esplode ogni lunedì»

Secondo l’ordinanza regionale dello scorso 7 giugno, dal primo di luglio il Comune di Carini avrebbe potuto tornare a conferire i rifiuti a Bellolampo, solo che, di fatto, la discarica palermitana quel giorno non ha aperto le porte. Da allora i compattatori carinesi scaricano a Lentini, nel Siracusano. Una decisione forzata che aumenta le spese di gestione della raccolta, ma che, allo stato attuale d’emergenza in cui il Comune versa, non rappresenta il più grosso dei problemi relativi alla spazzatura. Le strade sono ormai invase da sacchetti di indifferenziata, ingombranti, spazzatura di ogni genere e ormai non si contano più i roghi nelle piccole discariche che si vengono a creare agli angoli delle vie in una situazione che sta assumendo sempre più i contorni di un’emergenza sanitaria. 

«Carini il fine settimana fa 70 mila abitanti – spiega a MeridioNews il sindaco Giovì Monteleone – mentre gli altri giorni ne fa 39 mila. Accumuliamo un volume tale di rifiuti che per per smaltirli ci vuole un mese». Ma fare ciò non è possibile, resta sempre un limite massimo di conferimento stabilito per ogni Comune e oltre quello non si può andare. «Il nostro di tetto è fissato a 60 tonnellate, ma se noi ne produciamo 600 come si fa? Oggi abbiamo potuto togliere soltanto quattro compattatori di rifiuti dalle strade, ma il lunedì ne servono almeno dieci». Questo perché la cittadina alle porte del capoluogo nel fine settimana è presa d’assalto dai villeggianti che affollano i tanti villini al mare.  

«Mi si potrebbe dire allora: “ma perché non fai la differenziata?” – continua Monteleone – e qui c’è un altro problema, quello legato all’Ato. L’unica cosa che arriva in dotazione dall’ente è il personale. È un carrozzone clientelare. Siamo noi a metterci i mezzi, il carburante, la discarica, persino le scope e i guanti e nonostante ciò dobbiamo pagare 200 mila euro al mese all’Ato per 63 dipendenti, che spesso incrociano le braccia senza preavviso. Questi fattori innescano una bomba che esplode il lunedì, dopo il fine settimana, quando ci sono i villeggianti, che oltretutto non sono contribuenti passivi della Tari». E dire che il Comune di passi avanti verso la raccolta differenziata li avrebbe anche fatti, ma la situazione resta bloccata da questioni burocratiche. «Siamo uno dei pochi Comuni che hanno firmato un contratto con l’Aro, una ditta esterna a cui siamo pronti per affidare la raccolta. Il problema qui è ancora una volta l’Ato, che vorrebbe affidarci gli operai a comando e non spostarli alle dipendenze del nuovo soggetto. Finora siamo riusciti a pagare lo stesso gli oneri nonostante la difficile situazione delle casse comunali, ma sono costi troppo ingenti. Paghiamo annualmente il parcheggio e la manutenzione dei mezzi a Partinico quando invece noi i nostri mezzi ce li affittiamo».

«Ho firmato il contratto con l’Aro il 3 giugno – prosegue il primo cittadino – e ancora non riesco a fare il passaggio. Eppure con l’ingresso a pieno regime dell’Aro conto di raggiungere immediatamente il 40 per cento della differenziata, il 65 per cento entro un anno, ma la situazione è ancora bloccata. Ho dovuto scegliere un’avvocata come assessora per gestire questa questione, che è più burocratica che tecnica, ma la soluzione sembra ancora lontana e non abbiamo i mezzi per fronteggiarla». Altro problema, inoltre, è quello legato al controllo. I 17 vigili del Comune non riescono materialmente a battere i 76 chilometri quadrati di territorio municipale, nemmeno con l’aiuto dei volontari. «Diverse volte ho chiesto la convocazione di un comitato per l’ordine e la sicurezza per chiedere aiuto a tutte le forze dell’ordine per il controllo del territorio, ma questo ancora non si è verificato – lamenta Monteleone – Nel 2016 abbiamo elevato 500 multe, abbiamo messo telecamere, costruito a nostre spese un centro di raccolta funzionale in via Vespucci, ma la gente non lo utilizza. C’è un problema di tipo culturale, civico, ci sono tante di quelle cose che un aiuto da parte delle istituzioni nel controllo del territorio credo sia dovuto».

Intanto, a Carini, c’è chi ha visto persino un gregge di capre sconfinare dal terreno in cui pascolava per andare a brucare tra i rifiuti, è accaduto in periferia, nella zona Peep, e non si contano gli incendi ai cumuli di immondizia. «Io non sono un esperto – conclude il sindaco – Non so se gli inceneritori sono una soluzione efficace o no, ma una cosa è certa: io gli inceneritori ce li ho a cielo aperto, quando la gente brucia i rifiuti per strada. Non chiediamo tanto, solo che ognuno faccia la propria parte, si assuma le proprie responsabilità e metta noi sindaci nelle condizioni di operare. La questione dei rifiuti non deve essere l’unico pensiero dei nostri mandati, abbiamo anche tante altre cose a cui pensare».  


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