Carini, arrestati i vertici della famiglia mafiosa  Davano l’ok per l’avvio di attività commerciali

Negli ultimi anni a Carini sono stati messi a segno i più grossi sequestri di droga: lo scorso anno nella zona industriale erano stati scoperti ben 1470 chili di hashish che viaggiavano sui tir. Ora a quel business lo Stato prova a dire basta. È infatti in corso, dalle prime luci dell’alba, a Palermo e in provincia, una vasta operazione antimafia condotta dalla polizia di stato volta a disarticolare i vertici della famiglia mafiosa di Carini. Gli agenti della squadra mobile palermitana, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip presso il Tribunale di Palermo, hanno tratto in arresto numerosi soggetti che dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini spaccio.

Le indagini hanno, inoltre, permesso di evidenziare come gli uomini della famiglia di Carini controllassero in modo capillare il territorio di riferimento, con la sistematica sottoposizione ad estorsione degli operatori economici della zona che, prima di intraprendere qualsiasi attività, dovevano ottenere una sorta di autorizzazione preventiva da parte della famiglia. Tra gli arrestati dell’operazione antimafia c’è Antonino Di Maggio, ritenuto il capo della famiglia mafiosa di Carini. Gli agenti della squadra mobile sono risaliti a lui grazie alle intercettazioni e alle dichiarazioni degli ultimi collaboratori che hanno iniziato a squarciare il velo sugli affari della cosca. Il nome del nuovo capomafia era emerso nel corso dell’operazione che aveva consentito l’arresto di Alessandro Bono, titolare di pompe funebri accusato di traffico di stupefacenti.

E alla notizia dell’operazione palermitana giunge il commento, attraverso i social, del ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Decine di arresti contro la mafia pugliese, sequestri per più un milione di euro nel reggino perché in odore di ‘ndrangheta, blitz contro i clan in provincia di Palermo – scrive il vicepremier – Grazie a forze dell’ordine e inquirenti. Lo Stato c’è, fa pulizia e non molla la presa: per i criminali tolleranza zero».

Andrea Turco

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