Un’altra ragazza si aggiunge alle lista delle vittime del santone Pietro Capuana. La giovane, all’epoca minorenne, nella fase delle indagini preliminari aveva negato di avere subito violenze dal 76enne che, per decenni, ha guidato la comunità di Lavina, nel territorio di Aci Bonaccorsi (in provincia di Catania) e che adesso è accusato di avere abusato sessualmente di numerose ragazze. Durante il dibattimento che si è aperto con l’udienza di ieri nell’aula bunker di Bicocca, la giovane – che adesso si è trasferita altrove – ha modificato la propria versione dei fatti e ritrattato tutto.
Abusi sessuali fatti passare per riti purificatori da Capuana, secondo l’accusa. L’uomo si considerava la reincarnazione dell’arcangelo, anche tramite il supporto delle sue presunte fiancheggiatrici Rosaria Giuffrida, Fabiola Raciti e Katia Concetta Scarpignato (l’unica imputata presente in aula ieri). La ragazza ha sottolineato anche proprio il ruolo svolto dalle collaboratrici per convincere le vittime ad assecondare le richieste del santone. La giovane ha inoltre raccontato di avere inizialmente negato ogni cosa a causa delle pressioni e delle minacce ricevute dai genitori dell’ex fidanzato, entrambi appartenenti alla comunità. Adesso, la magistrata Agata Consoli ha chiesto la trasmissione degli atti per procedere alla valutazione degli eventuali reati commessi dai genitori dell’ex fidanzato e ha contestato ai quattro imputati un nuovo reato di violenza sessuale.
Nella seconda parte dell’udienza è stata poi ascoltata una seconda testimone: la madre di una delle vittime che per prima ha ricostruito quanto avveniva all’interno della comunità e che con la sua denuncia ha dato il via all’indagine 12 apostoli della polizia postale. La donna – definita mamma coraggio – ha ricostruito tutta la vicenda, partendo dai primi sospetti avuti dopo la telefonata della figlia che, mentre si trovava in vacanza in una delle case di Capuana, l’ha chiamata per chiederle di tornare a casa. Indagando sui motivi di quella richiesta, la donna aveva scoperto nel cellulare della figlia i messaggi scambiati nelle chat con alcune amiche in cui le ragazze tra loro si confidavano quanto accadeva. Era stata poi lei a informare gli altri genitori. Adesso, sono stati anche acquisiti agli atti gli screenshot di quelle conversazioni. La prossima udienza è stata fissata per il 23 febbraio 2021.
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