Molti Comuni d'Italia hanno adottato l'ordinanza contro i fuochi d'artificio nelle festività legate al nuovo anno. Il cui rumore danneggia l'udito degli animali, randagi e non. Ma il capoluogo etneo non fa parte della lista degli enti attenti alla tematica. «In città e nell'hinterland non c'è la volontà politica», dice l'Enpa
Capodanno, niente ordinanza contro i botti Animalisti: «A Catania non c’è la sensibilità»
«La piaga è legata a questioni di business e di tradizione». È questo il giudizio della vicepresidente dell’Ente nazionale per la protezione degli animali di Catania Stefania Raineri che interviene sui danni causati agli animali in seguito ai consueti botti di Capodanno. Una vicenda sulla quale le amministrazioni comunali hanno la possibilità di intervenire emanando un’ordinanza che li vieta. Anche se, in effetti, spesso sono proprio i Comuni a organizzare spettacoli pirotecnici in occasione delle principali festività. Torino, Modena, Novara, Ventimiglia e anche entità territoriali più piccole si sono già mosse nella direzione della tutela degli animali, ma «a Catania e in tutto l’hinterland non c’è la volontà politica», dice Raineri.
«Il Comune di Catania non ha alcuna sensibilità in materia. In via Plebiscito ci sono già i banchetti che vendono abusivamente il materiale per botti di piccola entità e, già da qualche giorno, c’è gente che li spara», racconta il responsabile del Coordinamento antispecista etneo Mario Bonica. «Vietarne la vendita e l’uso, oltre a fare bene alle persone, sarebbe ottimo anche per gli amici a quattro zampe», aggiunge Bonica. Il rumore dei fuochi d’artificio, infatti, causa «effetti oltremodo negativi all’udito di cani, gatti – sia randagi che domestici – e anche ai volatili. Percepiscono il botto per un’entità cinque volte superiore all’uomo», sottolinea il responsabile del coordinamento animalista. Che da anni, insieme alle altre sigle attive in materia, si batte affinché il Comune di Catania adotti l’ordinanza che vieta i giochi pirotecnici. «Ma ormai abbiamo perso le speranze», confessa Bonica.
Un sentimento che condivide anche la volontaria del Wwf di Catania Annachiara Longo. «Con il passare del tempo e delle battaglie, abbiamo capito sempre di più che si tratta di tradizioni folkloristiche difficili da scardinare. Noi, come associazione, ci attiviamo ugualmente con petizioni e con campagne di sensibilizzazione all’interno delle scuole di ogni ordine e grado», conclude l’attivista. «Nel 2015 Palazzo degli elefanti ha rilasciato più di 17 autorizzazioni al lancio di fuochi d’artificio con botti, spendendo oltre 120mila euro per le festività agatine. E seimila euro per lo spettacolo di fuochi d’artificio dello scorso Capodanno», interviene il leader di Catania bene comune Matteo Iannitti. Che suggerisce: «Esistono anche spettacoli pirotecnici senza rumore che non provocano danni agli animali».