Una manifestazione è stata indetta alle Ciminiere da sindacati e dipendenti. Nel frattempo, al piano di sopra, c'è l'assemblea dei soci che deve decidere sul futuro dei conti in rosso dell'ente. Da una parte l'ipotesi della ricapitalizzazione che non si concretizza, dall'altra la liquidazione dell'azienda. Guarda le foto
Caos Pubbliservizi, l’inquietudine dei lavoratori «Tutti allargano le braccia, Bianco è distante»
Piazzale Asia
è blindato, ma stavolta i test per l’accesso all’università che si svolgono alle Ciminiere di Catania non ne sono i soli responsabili. Più di un centinaio di lavoratori della Pubbliservizi si è radunato davanti il centro direzionale della partecipata dell’ex Provincia. Polizia e vigili urbani danno un’occhiata intorno. Le sigle sindacali fanno sventolare i loro vessilli, ma fra le donne e gli uomini che muovono la baracca c’è – per ora – poca voglia di digrignare i denti.
«La verità è che
ci manca un interlocutore, vogliamo un referente con cui poter parlare». Chi prova a sintetizzare a MeridioNews la posizione dietro il sit-in è Piero Castelli, della rappresentanza sindacale aziendale. «La Città metropolitana in questo momento è assente, sembra quasi che per tutti sia diventato normale allargare le braccia», commenta sconsolato il lavoratore. I sindacati nei loro comunità tirano in ballo le due questioni chiave: il mancato rinnovo del contratto di servizio con l’ex Provincia e la mancata ricapitalizzazione del capitale sociale.
La vicenda è intricata, ma dal punto di vista della base può ormai riassumersi in poche parole: non ci sono i soldi – la prospettiva di ricapitalizzazione al momento rimane
intangibile – e, molto più concretamente, si registrano i primi ritardi negli stipendi. «Quando si toccano le tasche di tutti noi allora cambia tutto, inutile nasconderlo – aggiunge Castelli – veniamo a lavorare e garantiamo i servizi per lo stipendio». Occorrono dunque rassicurazioni, anche sulla strada che imboccherà in futuro la governance della società. Il ricordo delle ultime gravi vicissitudini – culminate culminate nell’arresto dell’ex presidenteAdolfo Messina – è ancora vivo per tutti. «Silvio Ontario si è impegnato al massimo per risolvere una situazione che a me sembra sempre più drammatica – ricorda Castelli – ma non è bastato». Le perplessità nascono anche dalla confusione sulla decadenza del sindaco metropolitano Enzo Bianco. «Magari adesso potrà solo occuparsi di ordinaria amministrazione, ma prima il tempo c’era, eppure lo abbiamo sempre sentito distante dai nostri problemi».
Al piano di sopra è intanto in corso
l’assemblea dei soci di Pubbliservizi. Il manager nominato a marzo lo ha detto chiaramente nei giorni scorsi: non c’è alternativa alla ricapitalizzazione. I numeri – e le perdite – sono sul tavolo e spetta ai soci assumersi la responsabilità del debito. Oppure ribadire la bocciatura dei conti, con la sempre meno impossibile prospettiva della messa in liquidazione della partecipata.
Dove trovare i soldi? «Non dipende da noi – risponde il rappresentante dei manifestanti – ma
la catena è chiara: dietro di noi ci sono la Regione e la ex Provincia». È pure vero che, quando si parla di grandi aziende a gestione pubblica, spesso c’è solo da mettersi le mani nei capelli davanti a sprechi e inefficienze: «Veniamo considerati un carrozzone, vero è che ci sono state realtà che effettivamente nulla producono, ci sono solo dirigenti che hanno operai – ammette Castelli – ma la nostra è una struttura consolidata che eroga servizi veri alla comunità, in questo momento lasciati alla andare alla buona».