In questi ultimi anni il Pronto soccorso del Vittorio Emanuele di Catania è stato più volte al centro delle cronache cittadine. Principalmente per i casi di continue aggressioni nei confronti del personale sanitario. Infermieri, ma anche medici, colpiti da insulti e violenze fisiche da parte di un’utenza che, spesso, avanza pretese illegittime. In seguito a questi casi, i dirigenti dell’azienda Policlinico e il primario del reparto d’urgenza, Giuseppe Carpinteri, hanno cercato, da un lato, di richiedere maggiori attenzioni da parte delle forze di polizia e, dall’altro, di attuare una serie di migliorie nella gestione del grande numero di codici che, spesso, si riversano all’interno del presidio di via Plebiscito. Tra queste l’istituzione dell’infermiere flussista, una nuova figura che si occuperà di velocizzare i tempi di attesa dei casi più gravi.
Perché sono proprio i tempi che si dilatano prima della visita in ambulatorio a portare alcuni pazienti ad andare in escandescenza. A prescindere dai motivi del disservizio. Per questo motivo, come spiega Carpinteri, tra le misure valutate per risolvere le tensioni tra cittadini e sanitari si è pensato a qualcuno che si occupi di fare eseguire una serie di esami già nella fase di attesa, prima della visita davanti al medico. «Avevamo pensato dapprima di vigilare sulla corretta applicazione di quella norma regionale che applicherebbe il ticket per i codici bianchi, i casi meno gravi – racconta il primario a MeridioNews – ma è dimostrato che questa soluzione non serve a decongestionare i Pronto soccorsi». «Dalla prossima settimana, invece, in via sperimentale nelle ore con maggiore afflusso di persone, attiveremo questo nuovo strumento di assistenza al paziente – continua – in modo da accelerare le analisi diagnostiche e favorire lo scorrimento dei numeri.
Il servizio, proposto dai lavoratori del primo soccorso ma accolto positivamente dal direttore generale Paolo Cantaro, sarà attivo da lunedì nella fascia oraria dalle 10 alle 18. Accanto a questo, come racconta Elisabetta Lombardo, dirigente medico del Pronto soccorso e sindacalista della sigla Anaao-Assomed, in questi ultimi mesi si starebbe assistendo a una maggiore attenzione da parte della polizia nei confronti del reparto. «Devo dire che dopo i gravissimi episodi di ingressi incontrollati e pestaggi – afferma la dottoressa – la polizia e i carabinieri passano più spesso per controllare e anche i vigilantes sono più attivi nell’intervento in caso di pericolo». Proprio la sicurezza privata, infatti, era stata messa in discussione per il mancato intervento nel pestaggio del medico Rosario Puleo, picchiato da un commando di otto uomini, durante la prima notte dell’anno, per non aver voluto redigere un referto falso.
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