Dopo la pausa estiva riparte la programmazione di Slash Band, programma di Radio Zammù che promuove gli artisti emergenti del panorama musicale catanese e non solo. Ospite in studio della prima puntata Miss Apple
Canzoni dal nord, all’ombra del vulcano
Slash Band è ormai diventato un punto di riferimento importante per tutti gli artisti che hanno voglia di emergere. Da quattro anni, diversi conduttori di Radio Zammù si alternano nella conduzione del programma, trasmettendo la musica di centinaia di gruppi emergenti e intervistando, ogni martedì e giovedì per tutta la stagione, gran parte di questi giovani (e meno giovani) artisti. Ospite della puntata inaugurale della nuova stagione di ‘Slash Band’ è stata Miss Apple alias Rebecca La Mela, che ha presentato live il suo nuovo Ep ‘Songs from the north’.
Rebecca, sembri un po’ emozionata, forse perché sei da sola. Eravamo abituati a vederti insieme ad altri musicisti, invece hai deciso di prendere la tua strada.
«Sì sono emozionata, è la mia prima intervista radiofonica. Ebbene sì, dopo due tre anni in cui comunque i due progetti, Miss Apple e La stanza 123, sono andati in parallelo, a maggio ho deciso di concentrarmi solo sul progetto solista. È stato molto importante il viaggio che ho realizzato a Londra, mi ha cambiato la vita. Sono entrata nello studio di registrazione dei ‘Clash’ e da quel momento sembra mi stia andando tutto bene. Mi sono convinta di voler fare questo nella vita. Per questo ho deciso di lasciare Catania per trasferirmi lì».
Suonare dal vivo con il supporto di tre persone è sicuramente diverso dal suonare da soli. Hai notato delle differenze particolari?
«Sì, c’è una bella differenza. È più complicato ma si crea una maggiore intimità con il pubblico. Puoi cominciare a parlare di cose tue, presentare il brano a modo tuo. Anche se in realtà io non parlo molto, preferisco esprimermi in musica. Forse preferisco vederlo un concerto live, piuttosto che suonarlo».
‘Songs From The North’ è il tuo nuovo Ep. Perché un’artista meridionale come te, che ha anche origini spagnole, ha scelto questo titolo?
«In realtà mia madre è originarie delle Asturie, il nord della Spagna, quindi sono già un po’ meno meridionale. Ma, soprattutto, queste canzoni hanno poco di siculo, sono molto influenzate da generi settentrionali, in particolare dal folk irlandese. Un pizzico di Sicilia c’è nella copertina dell’Ep, dove è raffigurata l’Etna. Ho cercato di mescolare le mie origini meridionali con il nord inglese che amo molto».
Questo lavoro è in realtà un’anticipazione del tuo nuovo album. Quante tracce avrà il tuo nuovo lavoro? E quando uscirà?
«Nel nuovo album, che si chiamerà ‘Take Me Somewhere Nice’, ci saranno undici canzoni. È in fase di lavorazione e non uscirà prima della fine dell’anno, quasi in concomitanza con il Natale. Magari sulla copertina mi faccio ritrarre con un cappello da Babbo Natale. Tutti i pezzi dell’album saranno scritti in inglese. Scrivere dei pezzi in italiano mi piace, ma ho optato per una lingua straniera. Non c’è un motivo particolare, semplicemente l’inglese mi veste meglio».
Per realizzare l’album ti stai avvalendo della collaborazione di altri musicisti? Oppure è realizzato tutto da te?
«Sia l’Ep che l’album sono lavori strettamente personali. Tutti gli strumenti che si sentono sono suonati da me, ad esclusione del marranzano. Questa scelta mi permette di essere me stessa, di esprimere a fondo la mia libertà musicale».
Non dovrà essere semplice riproporre queste canzoni dal vivo, dato che suoni da sola. Nei live quali strumenti utilizzi?
«Quando suono dal vivo utilizzo solamente la chitarra, la grancassa e il pianoforte. Tutti gli altri suoni, come il violino ad esempio, non li ripropongo. È anche un modo per ricreare quell’atmosfera di intimità a cui abbiamo accennato. Inoltre, cambiare qualcosa nei live è sempre un aspetto positivo, fossilizzarsi non è un bene per un artista».
Hai espresso la tua volontà di trasferirti a Londra e hai menzionato al tuo amore per il Nord Europa. Ma quanto ha influito il rock britannico nelle tue scelte stilistiche?
«Artisti come i Beatles ed i Pink Floyd hanno sicuramente influenzato le mie scelte e la mia crescita artistica. Però ho sempre ascoltato con interesse anche i gruppi nuovi, ancora con pochi anni di carriera alle spalla. Senza dimenticare l’influenza di artisti come Nick Drake o di cantanti americani come Ani Di Franco. Mi piace prendere ispirazione da loro».
Invece, ci sono dei gruppi emergenti e poco conosciuti che guardi con particolare interesse?
«Un progetto che mi affascina molto è ‘Colapesce’. Conosco Lorenzo, mi piaceva già quando suonava con gli ‘AlbanoPower’. In questa nuova dimensione però mi sembra molto a suo agio, perché in fondo lui è una persona intima, introversa. Inoltre, apprezzo molto ‘Second Grace’ e i ‘Pan Del Diavolo’. Devo molto soprattutto a ‘Second Grace’, questo progetto acustico mi ha spinto a realizzare il mio, Miss Apple».
Due dei progetti che hai menzionato sono palermitani. Negli ultimi anni, ed è un parere molto diffuso, sembra che nel capoluogo siciliano ci sia un fermento maggiore rispetto alla nostra città. Tu cosa ne pensi?
«Io penso che siano realtà un po’ diverse. A Catania c’è molto fermento, ci sono molti gruppi che hanno la volontà e le capacità per emergere. Ma manca una figura di riferimento, una persona che creda nel movimento musicale catanese. A Palermo c’è un’etichetta, la 800A Records, che spinge in alto i gruppi di maggior successo. Questo noi non l’abbiamo».
Prima di salutarci, dove possiamo vedere prossimamente live Miss Apple?
«Il 5 novembre sarò a Messina ad un rassegna che prende il nome di ‘Living room’. Sarò in mezzo a dei divanetti, tra le luci soffuse, a cantarmela e suonarmela».