«Dovranno però garantirci entro marzo dei doppi turni e la prosecuzione dei lavori anche di sabato per recuperare il tempo perduto». Sui lavori dell’anello ferroviario il Comune non molla la presa. Il sindaco di Palermo insieme a parte della giunta ha voluto incontrare residenti e abitanti delle zone interessate da entrambi i cantieri: via Emerico Amari, viale Lazio e via Sicilia. «O ci garantiscono la regolare ripresa dei lavori oppure vogliamo il ripristino delle strade» è la richiesta che da diversi giorni si solleva a gran voce da parte dei tanti cittadini la cui vita è stata stravolta dagli scavi che hanno portato alla chiusura di importanti arterie cittadine. Al momento però di smontare i cantieri non se ne parla.
«Sono stato in contatto costante con Saverio Ruperto (Commissario giudiziario della Tecnis ndr) – dice il sindaco Leoluca Orlando – Mi ha confermato ancora una volta che per l’azienda i nostri sono lavori strategici e intendono portarli a termine. Sono stati proprio loro a chiederci di trattare con Rfi perché pagasse direttamente i creditori del colosso catanese anziché i Sal e così abbiamo fatto». Secondo l’amministrazione palermitana si tratta di un segno positivo che testimonia le buone intenzioni di Tecnis, che dopo la crisi arrivata con l’arresto dei vertici dell’azienda si è vista sequestrare parte delle quote azionarie.
«Il sequestro – continua Orlando – ha consentito all’impresa di evitare il fallimento e allo stesso tempo di divincolarsi dall’ombra della mafia. Avendo di fatto una nuova gestione, infatti, sarà in grado di riscuotere i crediti che vanta in giro per l’Italia e poter adempiere agli obblighi che ha con Palermo». Apertura anche da parte di Rfi, che in un incontro con sindaco e vicesindaco ha garantito la propria disponibilità ad agire da surrogato della Tecnis per il pagamento di lavoratori e fornitori. Si aspetta soltanto l’ok dagli uffici romani della Rete ferroviaria.
Ma dietro ai ritardi dei cantieri dell’anello non c’è solo il caso legato all’azienda catanese. «Ci sono stati dei ritardi – aggiunge Emilio Arcuri, vice di Orlando e assessore alle Infrastrutture – che sono dipesi dai sottoservizi e dal lavoro di Amg e Telecom. Anche il ritrovamento dell’ordigno bellico al Castello a Mare ci ha messo del suo, siamo ancora in attesa della certificazione formale da parte dell’esercito, che in questi giorni ha scandagliato la zona per avere la certezza di non trovare altre bombe inesplose. Una volta ricevuti tutti i via libera potremmo proseguire con il cronoprogramma».
E di fronte alle rimostranze di commercianti e residenti, diffidenti riguardo le garanzie fornite da Tecnis, Arcuri non usa mezzi termini. «O si fa così – dice – o la storia si conclude qui. C’è un cappio attorno al collo dell’azienda. O riescono a liberarsi oppure questo si stringerà».
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