Il Movimento 5 Stelle ha scelto di salire sul banco di prova per la prima volta a Canicattini Bagni affidando il compito all’ingegnere Salvatore Ricupero. Docente di ruolo e laureato anche in Filosofia, Ricupero vanta già esperienze politiche a Canicattini Bagni. È stato, infatti, assessore all’Urbanistica e vicesindaco, tra ’93 e ’94, per soli cinque mesi dopo i quali si è dimesso per mancanza di sintonia amministrativa con l’allora sindaco Giovanni Incatasciato. Successivamente ha svolto il ruolo di consigliere comunale di maggioranza nella sindacatura di Frank Cultrera nel 1998. Nella sua lista, composta da sei uomini e sei donne, solo un altro candidato ha precedenti esperienze in politica locale.
Perché ha scelto di candidarsi a sindaco?
«Vista la situazione rovinosa della politica nazionale, sono convinto che nei territori sia di fondamentale importanza la buona amministrazione locale che è quella che può davvero risolvere i problemi delle persone. Ognuno di noi ha delle responsabilità e deve essere coinvolto nel bene comune».
Quali sono i punti centrali del suo programma? A che cosa la città non può più rinunciare?
«Io parto dal risvegliare la microeconomia locale e il tessuto sociale, perché oramai i cittadini sono completamente lasciati alla deriva da una politica incompetente rispetto alle problematiche dell’attuale società. Il tessuto sociale è completamente smembrato e c’è una solitudine globale. Mio compito sarà dare speranza ed entusiasmo alle persone e creare le condizioni affinché i giovani si possano costruire un futuro restando nel proprio territorio. Per curare il futuro dei giovani bisogna prendersi cura anche della qualità di vita delle persone anziane. La mia idea, infatti, è quella di fare incontrare questi due segmenti della società per fare in modo che si creino nuovi presupposti di vita sociale ed economica, che permetterà anche alle persone produttive di avere un humus ideale in cui sviluppare le attività. Non è più tempo di fare grandi opere pubbliche, ma è tempo di fare amare alle persone il territorio in cui vivono».
Qual è la figura politica o tecnica (nazionale o internazionale) a cui si ispira?
«Ho lavorato molto sul problema del sociale e ho analizzato i nuovi paradigmi amministrativi per esempio nel campo economico di Amartya Sen che è un filosofo indiano e premio Nobel per l’economia. Guardando a lui mi preoccuperò di sviluppare le capacità di ogni singolo individuo del nostro territorio per creare un’armonia sociale e la possibilità di una vita degna di essere vissuta».
Qual è l’avversario che teme di più?
«Me stesso, nel senso che dovrò sforzarmi di conservare la mia visione di cittadino anche durante il mio periodo amministrativo».
Un pregio e un difetto della precedente amministrazione.
«Un pregio è che hanno dedicato parte della loro vita per la comunità. Il difetto è che hanno amministrato con paradigmi che potevano andar bene negli anni del boom economico. Si sono preoccupati soltanto di realizzare grandi opere ma non hanno curato il tessuto sociale né la ricchezza culturale della storia del nostro territorio a partire, per esempio, dalle persone anziane o dalla garanzia di un futuro per i giovani».
Lei non è fra i primi attivisti del M5s locali. Alcuni di questo hanno deciso di restare in seconda fila. Perché?
«Questo non glielo so dire perché so rispondere solo delle mie azioni. A prescindere comunque dal Movimento, seguo uno stile di vita che è quello del filosofo spagnolo José Ortega y Gasset che diceva “salva il tuo ambiente e salverai te stesso”. In ogni caso ho sempre seguito il M5s prima da simpatizzante e poi come attivista e, addirittura, Beppe Grillo lo seguivo dal primo V-Day. Sono una persona di sinistra ma mi sono ritrovato senza una aggregazione politica che soddisfacesse i miei ideali, penso che il M5s sia di impatto per smantellare la cristallizzazione del pensiero unico che si è instaurato».
Crede che l’attuale situazione del M5s a livello nazionale possa condizione anche il voto a livello locale?
«Solo parzialmente perché a livello locale il voto è un misto fra le sensazioni sul territorio nazionale e il riconoscimento della qualità del candidato che si conosce personalmente. Io comunque mi sono messo sulla pubblica piazza, ma non chiedo il voto a nessuno: le persone mi conoscono e se chiedessi il voto offenderei la loro dignità e intelligenza di persone libere».
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