Sono una ventina gli operatori sanitari accusati di omicidio colposo per la vicenda del giovane deceduto nel gennaio del 2020 dopo tre mesi di ricovero. Dopo la richiesta di archiviazione da parte della procura e l'opposizione dei familiari, si ricomincia da capo
Caltanissetta: 23enne morì in ospedale, medici indagati Riaperte le indagini per chiarire le cause del decesso
Una ventina di medici dell’ospedale di Caltanissetta sono indagini per omicidio colposo. La vicenda riguarda la morte di un ragazzo di 23 anni deceduto dopo un ricovero di tre mesi nel nosocomio nel gennaio del 2020. La giudice per le indagini preliminari Graziella Luparello ha stabilito la riapertura delle indagini. Sul caso era arrivata la richiesta di archiviazione da parte della procura a cui si erano opposti i familiari della vittima.
La gip ha accolto l’opposizione e disposto che il pubblico ministero Stefano Strino proceda a una nuova perizia, questa volta collegiale, con la nomina di un nuovo medico legale affiancato da un infettivologo e da un neurochirurgo, iscrivendo nel registro altri eventuali responsabili dell’Asp di Caltanissetta. La precedente perizia del consulente del pm, pur confermando che il giovane avesse la meningite e rilevando delle infezioni contratte proprio dentro l’ospedale, durante il ricovero, ha tuttavia concluso che i medici avrebbero agito correttamente, non chiarendo le cause della morte del giovane.
Il ragazzo era stato ricoverato nell’ospedale di Caltanissetta il 30 ottobre del 2019 con la diagnosi di idrocefalo acuto e sospetta meningoencefalite e poi sottoposto a diversi esami e a numerosi interventi chirurgici. I medici, che non avrebbero escluso l’iniziale sospetto di meningite, non riuscirono però a individuare la patologia, che sarebbe stata focalizzata alla base dell’idrocefalo. Le condizioni del giovane si aggravavano progressivamente fino alla morte a fine di gennaio del 2020. A questo punto era scattata la denuncia dei genitori alla procura. Adesso la decisione della gip, a distanza di oltre due anni, è che le indagini dovranno ripartire dall’inizio per provare a capire il motivo della morte del ragazzo e individuare eventuali responsabilità del personale ospedaliero o dei vertici aziendali. Per l’espletamento delle nuove indagini, la giudice ha concesso tre mesi di tempo.