Le manette sono scattate questa mattina da parte del comando provinciale dei carabinieri di Catania con l'accusa di far parte di un'associazione a delinquere che operava tra la città del Calatino e Palermo. Molte le attività illecite: dallo sfruttamento di giovani donne rumene alla violenza sessuale, fino allo spaccio di droga e la detenzione di armi da guerra. Coinvolto anche il proprietario dellagriturismo Casale San Pietro e Paolo. Guarda le foto
Caltagirone, prostituzione ed estorsione Otto arrestati, tra cui un piccolo imprenditore
Un’associazione a delinquere dedicata allo sfruttamento della prostituzione, violenza sessuale, furti in case di campagna, truffa, estorsione, detenzione illegale di armi da guerra. Il gruppo operava tra Caltagirone e Palermo dall’agosto 2012 a gennaio 2013 ed era formato da otto persone, sei delle quali arrestate questa mattina e due ancora irreperibili, dopo le indagini della Procura di Caltagirone guidate dal sostituto procuratore Antonia Sartori e coordinate dal procuratore Francesco Puleio. Nei confronti degli otto sono state emesse altrettante ordinanze di misura cautelare, cinque in carcere e tre ai domiciliari.
Tutto comincia ad agosto 2012, quando una cittadina rumena denuncia ai Carabinieri di Caltagirone tre uomini – due connazionali e un italiano – per violenza sessuale e tentativo di induzione alla prostituzione. Presto le indagini dei militari dell’Arma si allargano, fino a scoprire la presenza di alcuni degli arrestati palermitani che cercavano di rendere i Comuni di Caltagirone, Grammichele e Mazzarrone un avamposto per le loro attività di estorsioni ai commercianti e spaccio di droga. Un business che si accompagnava ai furti ai danni degli imprenditori agricoli calatini.
Il tramite nel Calatino sarebbe stata la palermitana Loredana Lombardo. Attraverso la donna, i palermitani sarebbero arrivati a Vittorio Liuzzo Scorpo, gestore dellagriturismo Casale San Pietro e Paolo, per proporgli un finanziamento da ottenere con le loro amicizie nel capoluogo siciliano. L’imprenditore, in cambio, avrebbe dovuto cedere loro una parte dei fondi ottenuti. Ma quando l’uomo non riesce a onorare la sua parte del patto, decide di offrire come contropartita proprio il suo agriturismo. Che così diventa la base operativa e logistica del gruppo per le estorsioni. Con il benestare di Cosa nostra locale, nelle persone del niscemese Giancarlo Maria Lucio Giugno e del suo braccio destro Alberto Musto. Almeno fino al momento del loro arresto, quando anche i palermitani devono fare un passo indietro e sospendere le attività criminali.
Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno anche scoperto un giro di sfruttamento della prostituzione nel Comune di Vittoria, in provincia di Ragusa, e gli autori dell’omicidio di Sevastian Andrijoiu, classe 1970, rumeno, identificati nel concittadino Tomita Vlad, detto Tommi, classe 1987, e Salvatore Impeduglia, classe 1979, ragusano. Entrambi arrestati oggi e trasferiti in carcere insieme ad Alfredo Scurato, classe 1976, palermitano, e Fabrizio Bertolino, detto colpo di pala, classe 1970, palermitano. Ai domiciliari invece Vittorio Liuzzo Scorpo, classe 1973, di Regalbuto, in provincia di Enna, e Loredana Alba Lombardo, classe 1969, palermitana.