Call center, il 4 giugno manifestazione nazionale a Roma

LA CISAL NON CI STA E ANNUNCIA UNA MOBILITAZIONE GENERALE CONTRO IL TENTATIVO DI FAR PAGARE AI LAVORATORI DEL SETTORE LO SCOTTO DELLA CRISI

“E’ arrivato il momento di dire basta!”. Questo lo slogan che la Cisal Comunicazione sta condividendo da giorni, per sensibilizzare le istituzioni e tutto il comparto call center riguardo alla crisi che questo settore sta subendo.

“Diversi negli anni – si legge nel comunicato della Cisal – sono stati gli appelli, sia alle istituzioni, sia a tutti gli attori in causa, che però non hanno mai avuto delle vere risposte e che hanno lasciato migliaia di famiglie (80.000 stimate in Italia) alle prese con un futuro incerto e con la precarietà del posto fisso”.

“Condivisione quindi della manifestazione generale di tutto il settore dei call center del prossimo 4 giugno a Roma – progegue la nota – dove lavoratori di tutte le sedi di Italia e di tutte le aziende del settore si ritroveranno per chiedere un mercato regolamentato che non preveda delocalizzazioni e gare di appalto eque. Problemi che da anni colpiscono il settore e che, se non analizzate e ridiscusse, potrebbero portare ad una catastrofe in termini occupazionali. Solamente in Sicilia i call center impiegano circa 9000 lavoratori tra i 25 e i 50 anni, mentre in tutta Italia, le stime sono di circa 80000 tra impiegati e lavoratori a tempo”.

“Un settore – dichiara Salvo Montevago, segretario provinciale della Cisal di Palermo – che, di fatto, ha creato una generazione di precari a tempo indeterminato, lavoratori costretti a sopravvivere con stipendi da fame e che da anni si trovano nel bel mezzo di una guerra economica di settore, che avvalendosi delle continue delocalizzazioni e delle gare al massimo ribasso, riducono sempre più tutele e salari. Situazione, questa, che ormai è diventata insostenibili per le aziende e, di conseguenza, per i lavoratori che continuano a vedersi ridurre salari e tutele per contrastare questi fenomeni, una sorta di delocalizzazione dei diritti al contrario, in casa”.

“Un costo del lavoro che strangola il settore – aggiunge Sergio Calogero, segretario provinciale Cisal com Catania – e che in un territorio come il nostro, quello siciliano, già martoriato da una disoccupazione dilagante, continua ad infierire sui lavoratori inermi. Sono pesanti le ricadute anche in termini psicologici: riceviamo continuamente sfoghi e frustrazioni di lavoratori che non riescono più a concepire un futuro o a realizzare le primarie esigenze sociali, quali la famiglia o riuscire a pagare un affitto”.

“Stiamo decidendo di strutturare una serie di iniziative che porteremo avanti per continuare ancora una volta a tenere alta l’attenzione sui problemi che continuano a colpire il nostro settore – dice Francesco Visca, Cisalcom Cosenza -. Non rimarremo fermi ad attendere la nostra fine, se dovremo lottare lo faremo, avendo ognuno di noi la foto dei propri figli che non meritano un futuro senza alcuna prospettiva”.

“Rimane fermo – conclude Montevago – il punto che la nostra organizzazione, ben conscia della situazione di mercato dell’intero settore, non presterà il fianco a semplici soluzioni che possano incidere ancor di più sulle tasche e sulla salute dei lavoratori. Saremo partecipi e fautori di qualsiasi iniziativa possa portare all’attenzione di chi deve far rispettare le regole del settore e, in generale, dei problemi che ormai ci trasciniamo da troppi anni”.


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