Caffè amaro/ Briguglio, l’uomo che si fece scappare dalle mani Massimo Costa…

Quella mattina, al Politeama, saltavano come grilli. Ricordavano il personaggio di un’opera di Luigi Pirandello: Giustino Roncella nato Boggiolo. E’ la storia di un personaggio modesto, non particolarmente avvezzo ai libri, che sposa una donna che diventa una scrittrice famosa. Con il successo della moglie, Giustino si autoproclama ‘manager’ della consorte e si comporta come se lo scrittore di successo fosse lui.

Pirandello, da grande scrittore qual è, è abilissimo nel mettere in luce il ridicolo di un personaggio che veste i panni che non dovrebbe vestire, facendo sorridere i lettori. A volerci ripensare, quella mattina, al Politeama di Palermo, giorno in cui Massimo Costa presentava la propria candidatura, c’era qualcosa di comico. In sala, oltre agli stretti collaboratori di Costa, c’erano un sacco di esponenti vicini al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e a Futuro e libertà. Quasi che Massimo Costa fosse un candidato a mezzadria tra Mpa e finiani siciliani.

C’era, quella mattina, il palese tentativo, da parte degli esponenti di queste due forze politiche, di mettere il ‘cappello’sulla candidatura di Costa. Il quale, quella mattina, giusto giusto, sul Pdl era stato così ambiguo, ma così ambiguo da lasciare pensare a una chiusura definitiva verso il partito di Angelino Alfano. Tant’è vero che, qualche ora dopo la conferenza stampa, un comunicato ufficiale dello stesso Costa riportava le cose sui canali della ‘giusta ambiguità’, spiegando che, da parte sua, non c’era stata alcuna chiusura verso il Pdl.

Quel giorno Costa avrà di certo passato la notte a studiare la tecnica di recitazione del grande Carmelo Bene: perché quella mattina, più che una conferenza stampa, la sua è stata una recita-monologo. Un’ora, dicasi un’ora a declamare le proprie ‘gesta’, dall’asilo all’università. Sempre il primo della classe con l’aria di quello che non faceva copiare le versioni. Poi mamma, papà, nonni, zie, amici, persino la moglie: insomma, una specie di libro Cuore strappalacrime. Due ‘pal…’ così…

A fatica, verso la fine – e nel bel mezzo di una confusione che sembrava creata ad arte – i giornalisti erano riusciti a porre qualche domanda. Costa non destò una bella impressione. Tanto che in sala qualcuno chiedeva agli esponenti dell’Mpa e di Fli: “Ma dove l’avere pescato?”. Si pensava, in quelle ore, che il giovane Massimo Costa fosse un’invenzione di Carmelo Briguglio, che l’aveva condotto a Roma da Fini. Nel commentare il ‘monologo’ del giovane candidato a sindaco di Palermo, il capogruppo del Pid all’Ars, Rudy Maira, commentava: “Costa è un invasato”.

Insomma, il giorno ‘brutto’, quando Costa recitava – perché in buona parte recitava – la parte del primo della classe, lo hanno messo nel ‘conto’ di Mpa e Fli. Oggi che Massimo Costa appare meno ‘teatrale’ – bravo ma magnanimo, pronto, magari, a fare copiare la versione ai compagni – e che, soprattutto, deve dire come stanno le cose, c’è il rischio che lasci a ‘bagno-Maria’ Mpa e Fli… Della serie, sedotti e abbandonati… Ve l’immaginate la faccia del povero Briguglio: che figura!

Insomma: il Costa antipatico se lo sono ‘caricati’ Mpa e Fli; il Costa ‘simpatico’ – candidato a sindaco di Palermo – rischiano di penderselo Udc e Pdl. E’ un’ingiustizia, però, avrebbe detto Calimero…

 


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