A produrre il secondo lavoro della band palermitana è Paolo Mauri, produttore artistico della nota Vox Pop che ha lanciato tra gli altri Afterhours, Ritmo Tribale, La Crus. «Siamo persone diverse per età, attitudini e caratteri. Eppure altamente complementari»
Bye Bye Japan, nuovo vinile e arriva cantante Kim «In sala prove ci rapisce un incontrollabile flusso»
Sono nati artisticamente da due anni e mezzo, e già al secondo lavoro possono vantare la produzione di Paolo Mauri, che ha legato il proprio nome principalmente all’etichetta VOX POP e all’attività della band di culto Afterhours, aiutandoli a realizzare i primi due capolavori Germi e soprattuttoHai Paura del Buio, recentemente nominato l’album indipendente più importante degli ultimi 20 anni di musica italiana dai critici italiani. La band palermitana Bye Bye Japan, insomma, vola alto e guarda con fiducia all’uscita – che avverrà in questi giorni – del secondo lavoro. Si tratta di 14, che sarà diffuso in un classico sette pollici a 45 giri e che segue l’omonimo Bye Bye Japan, uscito qualche mese fa.
Nati per iniziativa del bassista Massimiliano Amoroso, la formazione si completa con il chitarrista Fabrizio Mascali, il batterista Andrea Tascone e la cantante Kimberly Mangano. Una new entry, quella di Kimberly e già ribattezzata Kim, che sostituisce la precedente front wowan Valentina Cassarino. Le influenze musicali sono tante: dalla no wave dei Velvet Underground al grunge e al post punk, il tutto rivisitato in uno stile personale che in 14 miscela stati d’animo completamente differenti. Ad esempio nella prima traccia, Crickets, il suono si fa dolce mentre I need to sleep è piena di sferragliate nervose.
«Il suono che è venuto fuori in questo lavoro – dicono i componenti della band – è compatto, unico, forgiato dalla stessa energia creativa, dallo stesso incontrollabile flusso che ci rapisce quando siamo insieme a suonare nella nostra sala prove. Il miracolo è quello: siamo quattro persone diverse per età, attitudini e caratteri. Eppure altamente complementari».