Tre milioni di euro non pagati al Fisco. È su questa accusa che si basa il sequestro preventivo nei confronti di Sergio e Francesco Lo Trovato, padre e figlio, presidente del cda e direttore generale del Consorzio siciliano di riabilitazione, colosso della fisioterapia
Business riabilitazione, maxi-sequestro ai Lo Trovato Risorse del Consorzio usate per un villaggio turistico
Denaro e beni per un valore complessivo di oltre tre milioni di euro. È il maxi-sequestro preventivo eseguito dalla guardia di finanza di Catania nei confronti di Sergio e Francesco Lo Trovato (classe 1967 e 1932), rispettivamente presidente del consiglio di amministrazione e amministratore di fatto (nonché direttore generale) del Consorzio siciliano di riabilitazione, con sede amministrativa a Viagrande (in provincia di Catania). La struttura sanitaria svolge prevalentemente attività di fisioterapia e gestisce 19 centri di riabilitazione dislocati in più province siciliane (Catania, Siracusa, Ragusa, Enna, Trapani e Caltanissetta).
Secondo l’accusa, i due Lo Trovato avrebbero sottratto al pagamento delle imposte, tra il 2013 e il 2016, redditi complessivi per oltre dieci milioni di euro. L’Ires evasa ammonterebbe, appunto, ai tre milioni di euro adesso sequestrati. Le indagini partono da una verifica fiscale dei finanzieri che ha portato, a ottobre 2018, alla contestazione amministrativa di redditi non dichiarati per 10,7 milioni di euro, nonché di oneri non deducibili per 2,9 milioni di euro.
La frode, per la procura di Catania, sta nella formula societaria scelta dall’impresa: una società consortile che, in qualità di ente non commerciale, perseguendo finalità solidali, non avrebbe dovuto distribuire utili. Ma «la realtà aziendale è quella di un’impresa commerciale fortemente patrimonializzata – scrivono le fiamme gialle – nonché dotata di una struttura organizzativa rilevante». Seicento dipendenti, oltre 200 collaboratori e beni strumentali per dieci milioni di euro.
L’indagine è durata cinque mesi e ha portato alla contestazione di numerose anomalie. Prima tra tutte che gli utili prodotti dal Consorzio, su cui gli indagati non avrebbero pagato le tasse, andavano a una fondazione della famiglia Lo Trovato. Struttura destinata a investimenti finanziari elargiti nella forma dei contributi a soggetti economici terzi, alcuni dei quali amministrati e di proprietà di familiari di Francesco Lo Trovato. Padre e figlio, inoltre, avevano delle cariche in imprese che abitualmente fornivano servizi al Csr.
Le risorse del consorzio, inoltre, sarebbero state usate anche per attività non istituzionali: c’era, per esempio, la gestione del Kikki village, un villaggio turistico a Modica (in provincia di Ragusa). E c’era anche un investimento in impianti fotovoltaici. La società consortile Csr, sebbene formalmente era rappresentata da Sergio Lo Trovato, è risultata gestita dall’anziano Francesco, al quale è stata assegnata una retribuzione annua di 200mila euro. A fronte dei 30mila spettanti al figlio. L’«ente privato – si legge in una nota della guardia di finanza – ha provato a mimetizzarsi sotto la forma di un ente non commerciale, frodando lo Stato e ottenendo parallelamente un vantaggio competitivo per sbaragliare la concorrenza».
Aggiornamento ore 18:20 nota del presidente Sergio Lo Trovato
«Abbiamo sempre agito con linearità rispetto alle norme del settore in cui operiamo. Più volte negli ultimi vent’anni abbiamo subito verifiche, controlli e ispezioni di natura finanziaria, con cui ci veniva contestato il mancato pagamento di imposte e tasse nelle varie forme. Opponendoci sistematicamente a questi rilievi, abbiamo avuto conferma nelle sedi giudiziarie della correttezza ed esattezza del nostro operato. Ad oggi l’unica sentenza passata in giudicato è quella emessa dalla Commissione Tributaria Regionale il 26 marzo 2007, che ha statuito la ‘natura non commerciale del Consorzio’. Posizione ribadita con due sentenze di primo grado del 2014 e del 2015. Esiste ancora un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate sulla medesima questione, pendente in Cassazione, che farà definitivamente chiarezza su questa vicenda.Ci colpisce profondamente, ora, essere destinatari del provvedimento emesso dalla Procura di Catania e messo in atto dalla Guardia di Finanza. Ci colpisce che si parli di investimenti ‘speculativi’, quando da oltre 52 anni il Csr-Aias ha investito tutte le proprie risorse per creare nuovi Centri di riabilitazione per le persone con disabilità, garantendo attività riabilitative di qualità in zone della Sicilia prima del tutto sprovviste di questi servizi. Tutto quello che facciamo, lo facciamo per i disabili e per le loro famiglie, erogando persino più prestazioni sanitarie rispetto a quelle che dovremmo effettuare sulla base delle convenzioni con le Asp, garantendo anche assistenza, tante attività nei Centri diurni, cure e sollievo per i disabili gravi e gravissimi, iniziative di integrazione sociale. Ci spiace molto che si parli di business in un settore così importante come lo è quello dell’assistenza alle persone fragili e che si accusi il Csr di condotte che non ci appartengono”.Lo afferma il Presidente del Consorzio Siciliano di Riabilitazione, Sergio Lo Trovato, in merito al provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Catania con cui è stato disposto il sequestro di somme al Csr».