Buoni libri e cultura riciclati nel negozio di scarpe «I 18enni che se ne fanno? Così comprano borse»

Da Platone Johnny Depp a tacchi a spillo, borse e sciarpe all’ultima moda. È il percorso che rischiano di fare a Catania i bonus cultura voluti dal governo di Matteo Renzi e inseriti nella legge di stabilità 2016. Un buono da 500 euro, riservato ai ragazzi che hanno compiuto 18 anni lo scorso anno, che dovrebbe essere utilizzato, entro la fine del 2017, in biglietti per assistere a rappresentazioni teatrali e cinematografiche, libri e ingressi per musei, eventi culturali in generale e parchi urbani. Ai piedi dell’Etna però alcuni diciottenni stanno svendendo il loro bonus tra gli scaffali di un negozio di scarpe e accessori, il tutto con la complicità dei negozianti che hanno esposto nei loro punti vendita (e sulle loro bacheche Facebook) delle pubblicità che non lasciano spazio a equivoci: «Si accettano buoni 18app», recita un tagliando verde appiccicato in vetrina. Una pratica assolutamente vietata, com’è facilmente riscontrabile sulle linee guida del ministero.

I negozi della città che consentono di aggirare la norma in questione non sono presenti, con i due punti vendita, nella lista del portale online 18app Italia. Un elenco, nemmeno troppo lungo, che contiene 26 voci per quanto riguarda le librerie e poco meno di 20 per tutte le altre sezioni. «Noi non siamo convenzionati ma ci appoggiamo a un negozio di libri – spiega una commessa a chi chiede informazioni – Lei lo può utilizzare come se fosse un libro ma poi compra quello che noi vendiamo». L’unica limitazione è relativa ai prezzi: «Non possiamo fare sconti ma vendiamo soltanto merce a prezzo pieno. Se c’è un borsa che costa 11,50 euro io normalmente gliela passerei a 11 euro ma in questo caso non è possibile». Ma come si riesce ad aggirare la procedura per spendere il buono? 

«Il bonus è spendibile in più tranche con l’applicazione degli smartphone che consente di generare un codice identificativo per il singolo acquisto affiancato dal nominativo del titolare 18enne – spiega a MeridioNews un negoziante convenzionato con il portale -. Non viene indicato però con troppi dettagli il bene che viene venduto ed è nostro compito inserire il codice identificativo dell’esercente». Un numero che sarebbe nella disponibilità del negozio di scarpe: «Da noi vieni e inseriamo il codice», precisa la commessa. Stando a quanto riferisce la donna sarebbero diversi i diciottenni che si prendono gioco dello Stato e preferiscono spendere i soldi in modo diverso rispetto a quanto previsto: «Una ragazza ha utilizzato 75 euro – racconta -. Un’altra ha speso 300 euro prendendo delle borse perché giustamente non gliene frega niente di spenderli al cinema. La gente dice “Io non so che farmene dei libri”».

L’offerta nel negozio di scarpe e accessori però non si limita al bonus per i neo maggiorenni ma si estende anche ai buoni libri erogati dal Comune di Catania per gli alunni delle scuole secondarie di primo grado. Anche in questo caso l’opportunità viene pubblicizzata con un tagliando, in questo caso di colore rosso, esposto in bella vista nelle vetrine di entrambi i punti vendita. Le cifre in questo caso vanno da un massimo di 61,97 euro, per gli alunni delle classe prime, e di 41,32 euro per le seconde e terze. I buoni, che hanno i nominativi degli studenti, possono essere spesi entro la fine di giugno per l’acquisto di testi scolastici. «Volevo capire come funziona», domanda un cittadino al telefono, e la risposta dell’esercente non si fa attendere: «Tu porti il cartaceo del buono libro del Comune, me lo lasci e io ti faccio un buono che tu puoi spendere nel negozio quando vuoi».


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In due attività commerciali del capoluogo etneo è possibile utilizzare i buoni per testi e cinema per comprare calzature e borse. Una pratica vietata, ma possibile con la complicità di una libreria. «Una ragazza da noi ha speso 300 euro». Stessa storia per i buoni del Comune: «Porta il cartaceo e ci pensiamo noi», spiegano

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