Gli istituti scolastici siciliani scioperano ancora contro la Buona scuola. A partire da domani, nelle piazze delle principali province regionali, dirigenti, docenti, personale Ata e studenti si mobiliteranno con scioperi, flash mob e fiaccolate per manifestare nuovamente contro la riforma dell’istruzione pensata dal ministro Stefania Giannini. La mobilitazione si ripeterà in tutta Italia, organizzata dalle principali sigle sindacali legate al mondo della scuola: Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unam. L’opposizione alla riforma – vicina all’esame del senato – è unanime tra i sindacati. In Sicilia le manifestazioni sono previste a Palermo, Catania, Enna, Messina, Ragusa, Siracusa, Caltanissetta e Trapani.
La Cisl regionale parla di «coro unanime che punta a eliminare dal ddl ogni aspetto autoritaristico e aziendalistico» e fa sapere di essere soprattutto in allarme per gli aspetti occupazionali legati alla riforma. «Chiederemo con forza l’adozione di un piano di assunzioni con provvedimento legislativo di urgenza, se necessario anche pluriennale, in modo da non lasciare fuori nessuno di coloro che hanno maturato legittime aspettative, assicurando così la stabilizzazione per tutto il personale docente e Ata. Una Buona scuola necessita di organici pluriennali dell’autonomia ma definiti con modalità certe e trasparenti e, soprattutto, adeguati alle necessità per tutte le tipologie di scuola e per tutte le componenti». Ulteriore richiesta Cisl è «il rinnovo del contratto e che sia cancellata ogni invasione della legge in campo contrattuale».
Chiare e nette anche le richieste della Flc Cgil, che con lo sciopero chiede una ridiscussione completa della riforma. «Chiediamo che il ddl in discussione al senato venga radicalmente cambiato. Perché così com’è peggiora la qualità della scuola pubblica, non risolve il problema del precariato, afferma logiche autoritarie e incostituzionali nella gestione organizzativa delle scuole, mette in discussione diritti e libertà e cancella la contrattazione. In altre parole: realizza tutto meno che una buona scuola».
«Il ddl mina il pluralismo culturale e la libertà di insegnamento che sono fondamento della scuola statale – protesta invece la Uil Scuola di Palermo – Il disegno di legge non riconosce i diritti di vaste aree di precariato, introduce un sistema di valutazione unico in Europa con super poteri del dirigente, con la presenza di genitori e studenti, senza riferimento alle competenze tecnico professionali necessarie, interviene negativamente sulle tutele contrattuali». La preoccupazione è già proiettata al 2016: «Con questo testo – continua la Uil palermitana – per molti aspetti confuso e contraddittorio, si prefigura un inizio di anno scolastico, a settembre, all’insegna della confusione, del conflitto, del contenzioso».
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