Buenas Seňor: la vita dei nuovi schiavi

Santo Domingo – “Buenas Seňor!”. Rafael sgrana gli occhi e spalanca la bocca: subito balza agli occhi la grande fessura tra i denti. Così tutte le mattine Rafael saluta i condomini della palazzo in cui lavora. Qui le chiamano “Torri”. Ce ne posso essere di lussuosissime, o di normali come quella in cui lavora Rafael da 3 anni. Il “settore” è quello di La Esperilia, zona bene e centrale di Santo Domingo, Repubblica Domenicana, cuore pulsante dei caraibi.

Rafael ha 26 anni e una pelle scura-scura da millenni, è venuto a lavorare dalla vicina Haiti, uno dei paesi, dicono, più poveri al mondo dove la situazione politica è sempre molto instabile e di lavoro ce n’é pochissimo. Quel saluto è sempre lo stesso, sempre con quel forte accento “haitiano-francese”, sempre sorridente e cordiale. Quando pronuncia quel “buenas senior!” per le prime volte, intorno alle 8 del mattino, lui è già da due ore circa che è in piedi a lavorare. Rafael è un “watch-man”, un uomo che guarda e controlla. Non un semplice portiere, non una semplice guardia (lui di armi non ne ha). Rafael infatti è più di un custode: spazza la polvere e le foglie dal cortile e dalle entrate, lava le scale, scarica e carica tutto ciò che c’è da scaricare e caricare dalle macchine dei condomini, lava le loro auto. Distribuisce la posta che arriva, controlla la centrale elettrica che fornisce la luce alla “torre”, e così per l’acqua. Rafael lavora circa 26 ore su 24. E’ sempre presente e a qualunque ora si può sentire un urlo, un richiamo, un ordine: “Rafael ven Rafael!” Lui accorre con passo veloce sempre disponibile, senza mai dire un “no”. Rafael non può permettersi di dire no. Rafel è uno schiavo. Ecco cosa è. Il suo stipendio è di 6000 peso al mese, ma “fino a all’anno scorso – ci racconta – era di 5000, poi ho una stanza in terrazza e il pasto me lo danno a turno i condomini”. 6000 peso al mese vuol dire 200 peso al giorno che sono l’equivalente (più o meno, dipende dal cambio) di 5 euro e 50 centesimi. Mentre ci racconta tutto ciò non c’è il minimo accenno alla sua sofferenza e alla sua condizione.

Non c’è momento in cui Rafael non ci sia: in tre mesi di permanenza presso la “torre” in cui lavora non c’è stata mai una volta in cui non c’era un segnale della sua presenza. Fosse solo la solita sedia bianca con cuscino verde in cui si siede, davanti all’entrata, nei momenti “liberi” in cui non deve pulire qualcosa o non deve sistemare qualcosa d’altro. Con noi, che ci troviamo in questa “residenza”, è sempre molto gentile e ben disposto. Rafael è così: sgrana gli occhi e il sorriso. Da quei denti bianchi su faccione nero esce un “Buenas Senior” che a volte riesce a mortificare.

Di ragazzi come Rafael Santo Domingo è piena: non c’è residenza o “torre”, non c’è casa privata (nei quartieri ricchi) o ufficio, non c’è centro estetico o palestra che non abbia un suo “watch-man”. Possono essere armati (fucile a pompa) e appartenere a qualche compagnia di sicurezza, o possono essere disarmati e semplici lavoratori come Rafael. Come Malin, che ragazzo più non è, con una gamba più corta e uno sguardo un po’ assente. Lavora presso una scuola privata nel cuore geografico della città. Naco è un misto di case, negozi, pizzerie, locali, discoteche, palestre, centri di bellezza e scuole private. E’ una delle zone ricche. Malin apre la porta agli studenti che arrivano accompagnati, spesso e volentieri, dagli autisti privati. Piccolino e servile anche sotto la pioggia è sempre lì, indossa, se necessario, il suo impermeabile. Dalle 12 alle 20 o alle 22 quando è necessario. Non mangia neanche con gli altri “empleados”: Malin sta sempre davanti alla porta. Questo è il suo lavoro. 5000 peso il suo stipendio, senza tredicesima ovviamente e senza contratto. Fino a qualche tempo fa i peso erano 4000. Malin non si lamenta e a fine giornata monta sul suo scooter scassato e ritorna verso casa sua. Anche lui con 5 euro al giorno ed otto ore di lavoro cerca di andare avanti in una capitale molto povera, ma con molti contrasti. La metà della sua popolazione vive come Rafael e Malin, l’altra sguazza nel lusso, con seconde case e autisti personali. Stipendi altissimi e fine settimana in alberghi lussuosi.


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