Il fatto è avvenuto domenica scorsa quando erano da poco passate le tre di notte. Nei pressi di via San Vito, da dove una signora aveva chiamato il 118 per chiedere soccorso. Non è la prima volta che accadono eventi simili nel Comune etneo, che deve fare i conti anche con la sosta selvaggia al pronto soccorso
Bronte, automobile in divieto blocca ambulanza Ritardi per una paziente con problemi respiratori
Ancora una volta ambulanze bloccate a Bronte. La causa? Sempre gli automobilisti che parcheggiano le auto in strade strette senza rispettare il codice. L’ultimo caso è accaduto domenica notte in via San Vito, intorno alle 3, quando una signora residente vicino la chiesa ha chiesto l’intervento del 118 per dei problemi respiratori. La centrale di Catania ha inviato sul posto l’ambulanza di Maletto, con quella di Bronte momentaneamente occupata. Il mezzo si è recato in zona con celerità ma, giunto nei pressi della chiesa di San Vito, è rimasto bloccato a causa di una macchina che non ne ha permesso il passaggio. A nulla è valso il suono della sirena e il mezzo è rimasto bloccato mentre i soccorritori sono stati costretti a raggiungere l’abitazione a piedi.
Dopo un primo controllo i sanitari hanno appurato che la signora doveva essere trasferita in ospedale con urgenza. La paziente tuttavia ha dovuto attendere l’arrivo dell’ambulanza che ha proseguito seguendo un’altra strada. Tempo prezioso che in casi più gravi avrebbero potuto segnare la differenza tra la vita e la morte.
Da tempo a Bronte sono in aumento questo tipo di problemi per gli operatori del 118, con diversi casi riportati dalle cronache. Nonostante il silenzio degli operatori sulla questione gli interventi notturni in via Garibaldi, in via Santi e nella parte a monte di corso Umberto, comprese alcune viuzze del centro storico, spesso si trasformano in un calvario. Nello stesso spazio adiacente l’ingresso del pronto soccorso spesso le vetture in sosta selvaggia impediscono il normale lavoro delle ambulanze. Situazioni che sono sotto gli occhi di tutti ma che spesso restano impunite. Il tutto a discapito di un servizio spesso criticato, ma tante volte utile a salvare vite umane.