Brancaccio, scoperto deposito di Smart rubate Le piccole utilitarie sono ricercatissime dai ladri

La Smart, piccola utilitaria di casa Mercedes fa gola ai ladri, si pensi che nel 2015 ne sono state rubate 2.077 anche se il primato è tutto italiano con la Fiat Panda: ben 11.598. Il trend di questa sempre verde attività illecita sono stati analizzati da Lojack, azienda attiva nei sistemi di protezione e sicurezza, che da anni collabora con la Polizia di Stato e con il Ministero dell’Interno. Il fenomeno del furto di utilitarie, non solo di marchio italiano, nel 2015 si è attestato su 114.121 mezzi sottratti ai legittimi proprietari.

Le forze dell’ordine ne hanno ritrovati 50.821, pari al 45%, una percentuale che è rimasta pressoché stabile nel corso degli anni. E nell’era 2.0 anche i ladri si adeguano, diventando sempre più abili nel destreggiare sistemi in grado di aggirare gli antifurti più sofisticati e organizzandosi in bande strutturate per le quali il veicolo rubato è solo parte di una rete più ampia di affari illeciti. E’ quanto ha scoperto la Polizia di Stato durante un pattugliamento nel Cortile Scaffa, a Brancaccio. Gli uomini delle forze dell’ordine si sono trovati dinanzi a un magazzino di autoricambi per vetture Smart, al suo interno numerose scaffalature con diverse parti meccaniche già catalogate. 

A pochi metri di distanza un altro magazzino abbandonato contenente le carcasse di quattro Smart rubate. Solo dopo aver analizzato il numero di telaio, le automobili sono state restituite ai proprietari, mentre le parti di carrozzeria e meccaniche sono state affidate in custodia giudiziale. A condurre, pur senza volerlo, gli agenti al magazzino clandestino sono stati due giovani che, al passaggio della volante hanno mostrato segni di nervosismo dandosi alla fuga attraverso le vie del quartiere. 

Gli agenti, nel frattempo aiutati da altri colleghi arrivati in soccorso, hanno inseguito i due ragazzi fino ad un edificio abbandonato che al suo interno racchiudeva il cuore dell’attività illecita. Probabilmente l’intento dei ladri una volta rubata e smontata l’autovettura non era quello estorsivo, ovvero contattare i proprietari per restituire la Smart dietro compenso, bensì quello di mettere in moto un mercato parallelo di pezzi di ricambio.


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