Al centro della vicenda l'incartamento che impone alla società l'assunzione di responsabilità dopo la consegna. «Ci sono clausole vessatorie», attacca l'amministratore delegato campano. «Ripristinare la legalità», replica il consigliere Niccolò Notarbartolo. A sbloccare la questione l'intervento della questura
Braccio di ferro tra Lo Monaco e il Comune di Catania Stadio sbarrato per la mancata firma di un documento
Un documento della discordia che per ore ha messo un punto interrogativo sulla partita di questa sera tra il Catania e la Fidelis Andria. Alla fine l’incontro, valido per il campionato di calcio di serie C, si giocherà. Ma è certo che non mancheranno gli strascischi polemici nel braccio di ferro tra il Comune etneo e la società calcistica amministrata da Pietro Lo Monaco. Questa mattina i cancelli dello stadio comunale Angelo Massimino, che ospita anche la direzione Sport di Palazzo degli elefanti, erano sbarrati. Stesso discorso per quanto riguarda i botteghini e l’ingresso laterale di via Ferrante Aporti. Il motivo? La mancata intesa tra le parti su un documento, allegato al canone di pagamento per l’affitto, che formalizza l’accordo tra Comune e rossazzurri per l’assunzione delle responsabilità derivanti dalla consegna dell’impianto durante le partite.
A sbloccare tutto è stata la questura e una nota che in queste ore verrà firmata dal vicesindaco Marco Consoli. In sostanza per questioni attinenti l’ordine pubblico verrà lasciato al Catania la possibilità di aprire lo stadio e giocare regolarmente. «La direzione Sport del Comune ha sempre mostrato la massima disponibilità a ragionare su queste clausole definite da Lo Monaco vessatorie. Ma la società calcistica non ha mai voluto discuterne», incalza a MeridioNews il consigliere comunale Niccolò Notarbartolo. «Nell’accordo è messo nero su bianco che al momento della consegna dello stadio il Catania si assume le responsabilità di quello che succede all’interno della struttura. È necessario che venga ripristinata la legalità e se ci sono stati dei comportamenti non leciti invito gli uffici comunali a denunciarli nelle sedi competenti», analizza.
Il Catania per ogni partita pagherebbe un canone di 1800 euro al Comune di Catania. Una sorta di affitto partita per partita che negli anni è stato più volte rivisto e al quale viene allegata anche l’assunzione di responsabilità. «Prima pagavano una cifra di 10mila euro, poi scesi a cinquemila euro fino alla quota attuale», spiega Notarbartolo. Il braccio di ferro di questa mattina quindi non è una novità assoluta. La tensione tra il dirigente campano, ormai siciliano d’adozione, e il Comune perdura da tempo. Ed aveva raggiunto picchi elevati anche nelle settimane scorse, sempre per questioni legate alla firma della documentazione. A rischio erano finiti sia l’ultima partita in casa, quella vinta per 3-0 contro il Lecce, ma anche l’amichevole estiva tra il Milan e il Betis Sivilgia, organizzata dalla società San Marco Sport Events, di Montecatini Terme.
«Oggi abbiamo trovato tutto chiuso e quanto successo è un gesto di una gravità estrema che nessuno si può permettere – attacca Pietro Lo Monaco a MeridioNews -. Si tratta di un documento unilaterale che in realtà dovrebbe essere discusso da entrambi le parti. Di fatto negli ultimi tre anni abbiamo giocato senza firmare nulla ma solo pagando il canone».