Bosco, parte il processo a tre anni dagli arresti Imprenditori dei supermercati accusati di usura

Inizia ufficialmente, 34 mesi dopo l’operazione di guardia di finanza e polizia, il processo agli imprenditori Bosco, attivi per decenni nel settore supermercati e catering. Secondo i magistrati della procura avrebbero prestato somme dai settemila ai 350mila euro a imprenditori, commercianti e artigiani del Catanese. Pretendendo la restituzione con interessi fino al 140 per cento. In caso contrario, si sarebbero accontentati di vedersi trasferire la proprietà di alcuni beni delle vittime. A volte avrebbero mandato a reclamare il dovuto a esponenti della criminalità organizzata etnea. In tutto sono 21 gli imputati, più la posizione di Alfio Di Salvatore, nel frattempo venuto a mancare.

La lenta storia giudiziaria di questa vicenda è ricca di clamorosi colpi di scena. Su tutti spicca una svista della procura che non sottopone a interrogatorio alcuni indagati, tanto da rendere nullo – a marzo 2015 –  il documento che disponeva il primo rinvio a giudizio. «Errore evidente, che non garantiva il diritto alla difesa», lo definisco gli avvocati. Fatto sta che le carte ritornano in udienza preliminare per poi arrivare a un nuovo processo. Cioè quello iniziato oggi.

Dei 22 imputati l’unico a essere oggi presente in aula è Mario De Luca. Gli imprenditori Bosco, Mario e Salvatore, arrivano soltanto quando la presidente Anna Maria Caserta sta già fissando la data della prossima udienza per gennaio 2017. Per entrare nel vivo, con testimonianze e prove, bisognerà aspettare invece il mese di febbraio, quando verranno sentiti alcuni investigatori che si sono occupati delle indagini. Le uniche note di cronaca sono quelle legate alle richieste degli avvocati. Una truppa composta da 20 difensori a cui tocca passarsi un solo microfono per parlare con la Corte. «Chiediamo lo spostamento in aule più spaziose», chiede uno di loro. «Avete tanta esperienza e sapete che è difficilissimo riuscire a ottenerne una», replica la presidente Caserta, che poi aggiunge: «Io proverò a chiedere ma è molto difficile».

Seduto in aula c’è invece Salvatore Fiore. L’imprenditore vittima di usura che ha raccontato negli scorsi mesi la sua storia a MeridioNews. Le basi operative del gruppo sarebbero stati due supermercati a marchio Fratelli Bosco, in via Orto dei limoni e in via Oliveto Scammacca. Entrambi oggi sono in amministrazione giudiziaria, dopo il sequestro di un patrimonio da 15 milioni di euro. I pagamenti dei prestiti sarebbero avvenuti non solo in contanti o con altri piani di rientro ma anche tramite i pos dei punti vendita. Rimane invece con le saracinesche abbassate il supermercato in via Umberto.


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