Le piattaforme tramite le quali prenderà vita la struttura di divertimenti sono pronte. E, nonostante la struttura sia ancora chiusa, sono già tanti i bambini che le usano, con i conseguenti rischi per la sicurezza. A denunciarlo è la rete di associazioni La ragna-tela, a cui però risponde l'azienda interessata
Boschetto Playa, lungo calvario del parco avventura La società: «Per aprire serve permesso del Comune»
«Il boschetto della Playa, il più grande di Catania, si trova in uno stato pessimo: ci sono seri problemi di erosione che riguardano i pini e gli eucalipti e c’è un parco divertimenti abbandonato a se stesso che deve essere messo in sicurezza». Parola di Mirella Clausi del circolo Città felice, che – insieme alla rete di associazioni La ragna-tela – ha deciso di denunciare lo stato del polmone verde cittadino. «Tempo fa – dice Clausi a MeridioNews – abbiamo portato al boschetto due professori dalle università di Bari e Vienna per far effettuare loro una verifica sulle condizioni di salute di questi alberi: si sono accorti che sono pieni di parassiti xilofagi che ne corrodono il legno».
A destare maggiore preoccupazione nelle associazioni è tuttavia la presenza di un parco divertimenti, i cui lavori sono stati ultimati lo scorso anno, che si trova all’interno del boschetto in stato di inattività e che, secondo Clausi, può costituire un pericolo per i bambini che vi si recano a giocare senza alcuna supervisione e in assenza di strutture di sicurezza: «Quando nel 2015 abbiamo saputo dell’imminente realizzazione del parco avventura in un’area già piuttosto malmessa ci siamo molto allarmati, ponendoci il problema della sua sostenibilità e della sicurezza. Avevamo organizzato un convegno e lanciato un appello per salvare il boschetto e ci siamo confrontati in quell’occasione con l’assessore D’Agata, richiedendo la documentazione relativa al parco avventura». Della cui realizzazione si è occupata la società 5Nodi srl.
La replica da parte degli uffici dell’amministrazione, però, non è stata soddisfacente. «Ci è stato risposto – continua la referente dell’associazione – che non c’era alcuna documentazione perché si trattava di una struttura mobile, il che ci ha lasciati basiti. Recentemente, abbiamo poi fatto un sopralluogo al boschetto: il parco avventura è stato completato, ma è stato abbandonato e le strutture sono incustodite. Ci sono le passerelle installate sugli alberi e le scalette per salirci sopra, sono tranquillamente accessibili a chiunque. Ci abbiamo anche trovato dei bambini che ci giocavano da soli, è chiaramente una situazione di rischio».
A seguito di una nuova richiesta ufficiale di chiarimenti e documentazioni da parte della rete Ragna-tela al Comune di Catania, Mirella Clausi è stata contattata negli scorsi giorni dagli uffici di Tutela e gestione del verde pubblico: «La dottoressa Lara Riguccio dell’assessorato al Verde si è mostrata disponibile a incontrarci e parlarne. Sicuramente ci sarà un incontro dopo Pasqua. Ciò non toglie che la situazione di pericolo nell’area verde della Playa per noi continua a sussistere e che è necessario fare chiarezza per capire meglio, perché non ci è chiaro, il ruolo e le eventuali responsabilità della ditta che ha realizzato il parco avventura al boschetto».
«Il parco divertimenti è ancora chiuso perché si sta aspettando l’autorizzazione da parte del Comune», afferma – raggiunto telefonicamente da MeridioNews – Emilio Lucifora, uno dei soci della 5Nodi srl. «Vado spesso negli uffici per provare a velocizzare il processo burocratico di messa in regola che purtroppo ha dei tempi molto dilatati – continua – Il vero problema è che viviamo in una città in cui l’educazione è inesistente: io ho messo, e continuo a mettere, dei catenacci per bloccare in alto le scale, nonché dei cartelloni segnaletici, per impedire che chiunque possa arrampicarsi sulle piattaforme e utilizzarle impropriamente, ma c’è chi lo fa anche in mia presenza, noncurante dei miei richiami. Più volte a settimana mi reco sul posto per pulire e sistemare ciò che puntualmente viene vandalizzato, divelto e rimosso, ossia i cartelli che indicano divieto d’accesso alla struttura e i catenacci».
Di più, dice Lucifora, la società non può fare. «Sta ai cittadini e alle famiglie comportarsi in maniera civile e insegnare a rispettare i divieti. La porzione di parco in cui sorge il percorso avventura – chiarisce Lucifora – non si può recintare perché per legge deve essere sempre fruibile negli orari di apertura. Quanto alla cura del verde nel parco avventura, è vero che spetta a noi, ma da contratto non possiamo agire di nostra iniziativa: dev’essere sempre il Comune a ordinare un determinato intervento».