Un giardino, all’interno di un piccolo immobile confiscato alla mafia, diventerà la sede di diverse associazioni. Succede a Catania, in un edificio di via Randazzo nel quartiere Borgo, che è stato affidato all’associazione I Siciliani giovani. Realtà che prende il nome e le mosse dal giornale fondato dal giornalista Giuseppe Fava, ucciso dai killer di Cosa nostra il 5 gennaio 1984. Il comitato si è aggiudicato l’affidamento dello stabile in seguito alla partecipazione e vittoria di un bando indetto dal Comune di Catania lo scorso novembre. Il giardino sarà dedicato al magistrato catanese, presidente del tribunale dei minorenni, Giambattista Scidà, protagonista della lotta contro Cosa nostra e l’ingiustizia sociale: un luogo «realizzato per la giustizia di questa città», così come descritto dai membri dell’associazione.
Giovanni Caruso, presidente de I Siciliani giovani, racconta a MeridioNews le origini del progetto. L’idea di creare un consorzio di associazioni che potesse autogestire una sede comune «esiste almeno dal 2013, prima che il Comune approvasse il regolamento riguardo la gestione e l’affido di beni immobili sottratti alla mafia». Una volta pubblicato il bando, Caruso spiega come prendervi parte e vincere sia stata solo una prima tappa: «Abbiamo partecipato come I Siciliani giovani esclusivamente da un punto di vista burocratico. La sede apparterrà a tutti coloro che vorranno usufruire di questo luogo, contribuendo alla lotta alla mafia e alla solidarietà». L’appartamento viene descritto come «non particolarmente grande»: tuttavia, la presenza di un giardino di circa 160 metri quadrati contribuisce, per Caruso, ad aggiungere «valore alla struttura».
Il progetto prevede una campagna di crowdfunding, una raccolta di finanziamenti online mirati alla gestione dello stabile, e la fondazione di una web radio: una stazione autogestita in cui «verrà data voce a ciascuna associazione». Sono diversi i partner de I Siciliani giovani che hanno partecipato all’iter di adozione dell’edificio: Arci Catania, Fondazione Fava, associazione Gapa, circolo Arci Melquiades, Collettivo scatto sociale e Movimento artistico d’avanguardia. «Ci auguriamo che ogni realtà, nel rispetto delle diversità, spenda il proprio tempo nella cura e nella gestione del giardino Scidà», prosegue Caruso. Il luogo vuole essere sia «uno strumento per ridurre l’emarginazione scaturita dal disagio sociale, sia uno spazio aperto alle giovani, ai giovani e a tutti i residenti. Utile per svolgere attività, informarsi e trovare gli strumenti per una più forte partecipazione democratica».
L’idea di intitolare il giardino a Giambattista Scidà nasce dalla volontà di identificarlo come «importante bandiera antimafia a Catania, per decenni presidente del tribunale minorile: è lui che lanciò l’allarme sulla criminalità dei ragazzi a Catania, e ci aveva visto giusto», conclude Caruso. Anche la data con la quale gli uffici del Patrimonio hanno convocato l’associazione sembra un riferimento: il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci. Passeranno alcune settimane prima della consegna ufficiale dell’immobile da parte del Comune, successivamente il giardino verrà aperto a ogni realtà cittadina che vorrà contribuire a quello che viene definito «un percorso di antimafia sociale». È prevista, dopo il 2 giugno, una conferenza stampa che tratterà temi e future iniziative legate alla struttura.
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