BonuSicilia, problemi con le firme digitali e i Durc Commercialisti: «Rinviare scadenza per le richieste»

Rinviare i termini per caricare sul portale SiciliaPei le istanze per accedere al BonuSicilia. La richiesta arriva dal presidente del coordinamento dei commercialisti siciliani Maurizio Attinelli. Ascoltato ieri, insieme al presidente della Camera di commercio Sicilia Sud-Est Pietro Agen, in commissione regionale Attività produttive sulla misura che, tra meno di una settimana, dovrebbe elargire risorse a fondo perduto alle imprese che, durante il lockdown, sono state costrette a chiudere. 

«Un differimento della presentazione delle istanze con il click day è necessario», ha detto Attinelli. Alla commissione, il presidente del coordinamento dei commercialisti dell’isola ha fatto presente le difficoltà oggettive degli uffici camerali per il rilascio nei prossimi giorni di tutte le firme digitali richieste. Il possesso della firma digitale, infatti, è un requisito fondamentale per potere inoltrare l’istanza di accesso al BonuSicilia. Attinelli ha parlato anche di difficoltà ad accedere alla piattaforma, un tema quest’ultimo che in vista del 5 ottobre – data in cui scatterà il click day e si prevede un ingente afflusso di contatti sul sito – preoccupa molto. 

Attinelli ha anche chiesto di rivedere l’intera procedura. Non più a sportello, quindi con le risorse a esaurimento che andranno a chi per primo riuscirà a inoltrare la domanda, ma una distribuzione equa tra le richieste che perverranno in un’unica giornata. Una modifica, quest’ultima, che difficilmente sarà presa in considerazione dalla Regione. Intanto, alla mezzanotte di oggi scadranno i termini per porre quesiti all’assessorato sulle modalità di partecipazione. Finora sono state oltre 2500 quelli recapitati.

A intervenire sul tema è anche la presidente della Consulta regionale degli ordini dei consulenti del lavoro Rosalia Lo Brutto. In questo caso nel mirino finisce la richiesta del Durc, l’attestato di regolarità dei versamenti contributivi, il cui rilascio spetta all’Inps o all’Inail. «Le norme nazionali emanate durante il lockdown, quando gli uffici erano chiusi, hanno prorogato fino al prossimo 18 ottobre la validità dei Durc rilasciati prima dello scorso 20 gennaio. Ma le imprese che ne erano in possesso a quella data erano poche», dichiara. Il timore, dunque, riguarda il fatto di non riuscire a dotarsi in tempo utile del prezioso documento. «La Regione – continua Lo Brutto – sembra non avere tenuto conto del fatto che le norme nazionali d’emergenza hanno anche via via rinviato la data di versamento dei contributi previdenziali fino allo scorso 15 settembre. L’Inps in questo momento non può avere la piena contezza diretta dei flussi finanziari che entreranno in cassa e spesso non può, quindi, attestare la totale regolarità».


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

«Ricordate che in tutti i tempi ci sono stati tiranni e assassini e che, per un certo periodo, sono sembrati invincibili, ma alla fine, cadono sempre, sempre». È da un aforisma del mahatma Gandhi che ha preso spunto l’avvocata Alessandra Furnari nella sua discussione durante il processo per l’omicidio volontario aggravato di Emanuele Scieri, il parà siracusano 26enne in servizio militare trovato cadavere nell’agosto del 1999 […]

«Una macchina di imbrogli e di sotterfugi manzoniana che si è sviluppata sull’esigenza di un costrutto che doveva raccontare un’altra versione dei fatti». Così il procuratore di Pisa Alessandro Crini ha definito la ricostruzione da parte dell’esercito di quanto accaduto all’interno della caserma Gamerra nell’agosto del 1999 nel corso della sua requisitoria a cui è […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo