Le ruspe inviate dalla procura della Repubblica di Catania buttano giù una villetta in contrada Ruvolo Grosso. Il provvedimento fa parte di un'azione più articolata anti-abusivismo che colpirà nei prossimi giorni altre abitazioni nella provincia di Catania
Biancavilla, demolito immobile abusivo Previsti abbattimenti anche ad Adrano
Un altro immobile abusivo è stato abbattuto, nella mattinata di oggi, in contrada Ruvolo Grosso, dentro alla zona C del parco dell’Etna. Ad essere stata buttata giù, a differenza delle altre demolizioni, questa volta è stata soltanto la parte dell’immobile al centro di un ampliamento non autorizzato. La ruspa ha demolito circa 20 metri quadri di piano terra e oltre 60 metri quadri del primo piano. Il provvedimento è stato disposto dalla procura di Catania, su precise indicazioni del procuratore capo Carmelo Zuccaro, in sinergia con il coordinatore dell’ufficio demolizioni Angelo Brugaletta.
Le procedure sono iniziate intorno alle 8.30, alla presenza dei tecnici del Comune, degli uomini della polizia di Stato, del corpo forestale della Regione Sicilia e della guardia di finanza. Hanno assistito anche i carabinieri, la polizia provinciale e quella locale. L’ampliamento dell’immobile, di proprietà di una coppia di Biancavilla, è stato completato nel 2006 ma l’accertamento della violazione è stato appurato negli anni successivi dagli agenti del corpo forestale di Adrano. Con una sentenza del 2010, divenuta irrevocabile nel 2012 l’incarico di gestire le operazioni di demolizione è stato affidato agli operai della ditta Nuova costruzioni siciliana di Regalbuto, un’azienda confiscata alla mafia e sotto amministrazione giudiziaria.
L’operazione si è svolta nella massima sicurezza e in tranquillità. I proprietari hanno infatti accettato il provvedimento e non hanno protestato. Nonostante avessero avanzato richiesta per una sanatoria, pagando per l’avvio della pratica che fu successivamente respinta. Nelle prossime settimane altri edifici saranno abbattuti ad Adrano, sempre nella zona del parco dell’Etna, per dare esecuzione alle sentenze passate in giudicato.