Berlusconi? Ci ha fatto piangere e ridere. Monti solo piangere…

L’Italia è stato sempre un Paese gioioso e di buontemponi, sempre pronto all’allegria. Raccontarsi barzellette, per gli italiani, è stata sempre una buona e quotidiana abitudine. Da un po’ di tempo a questa parte intristiti e incupiti dalla crisi e preoccupati per il loro futuro dai provvedimenti del Governo Monti, gli italiani hanno perso, purtroppo, questa sana abitudine. Oggi l’unico rimasto a raccontare barzellette in Italia, da quanto ci è dato da vedere e da sentire, è Silvio Berlusconi e c’è proprio poco da ridere. Berlusconi in questi anni ci ha fatto ridere e ci ha fatto piangere. Monti solo piangere. Questa è la sostanziale differenza tra i due.

Il grande Swith

Se tutti gli italiani quotidianamente alle prese con la loro classe politica avessero la ventura di leggere un celebre aforisma dello scrittore irlandese Jonathan Swith scoprirebbero di botto, al contrario di quanto si potrebbe pensare, di essere enormemente felici. Swith infatti diceva: “La felicità è l’estasi perpetua dell’essere ingannati a dovere”.

I politici (tre aforismi)

Governarono molto più male che bene

Quel che fecero bene lo fecero molto male

E quel che fecero male lo fecero molto bene

Caligola meglio del Porcellum
La antidemocratica legge elettorale in vigore, voluta, votata, mai abrogata e gradita da quasi tutti i partiti che vieta ai cittadini di eleggere, con il voto di preferenza, i propri candidati, per cui i parlamentari non vengono più eletti democraticamente dagli elettori, ma nominati dalle segreterie dei partiti e dai loro leaders, richiama alla mente la nomina a console, nel 40 dopo Cristo, di Incitatus, il cavallo di Caligola. L’imperatore romano che, pare, tanto pazzo non era, nominando console il suo cavallo intese così umiliare il Senato romano, per il quale, a quanto si racconta, nutriva enorme disprezzo.

La legge elettorale, definita ‘Porcellum’ dal suo stesso estensore, ha fatto anche di peggio, umiliando il Parlamento, ma soprattutto i cittadini che non possono più scegliere direttamente i propri rappresentanti.

Con l’aggravante che almeno Caligola, designando console il suo cavallo, nominò, di fatto, un cavallo di razza. Lo stesso non si può dire di buona parte di deputati e senatori nominati dalle segreterie dei partiti che certo, per quanto dimostrato sinora, di buona razza non sono.

 

 

 

 

 

 

Ignazio Coppola

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