Bentornato Palermo. Dopo un digiuno durato sei partite (eguagliata la serie negativa stagionale) i rosanero tornano a brindare al successo e lo fanno in maniera convincente imponendosi con il punteggio di 3-1 al «Friuli» contro l’Udinese nella undicesima giornata del girone di ritorno.
Lazaar, Rigoni e Chochev hanno messo la firma sulla seconda vittoria esterna stagionale. Un’affermazione meritata che, pur non avendo effetti particolari in classifica (a prescindere dal match di oggi la salvezza già da tempo è stata ipotecata), dà al gruppo un’importante iniezione di fiducia in vista del rush finale. Il blitz vincente di Udine ha un «peso specifico» soprattutto dal punto di vista psicologico. I rosa, che non vincevano al «Friuli» dal 2007 e che in virtù di questo successo salgono a quota 38 punti, erano chiamati a fornire dei segnali di risveglio dopo un lungo periodo di letargo. E le risposte sono arrivate.
La squadra ha dimostrato di essere ancora viva e, con i fatti, ha smontato la tesi di coloro che sostenevano avesse già mollato. La crisi di risultati era evidente ma nessuno in casa rosanero ha abbassato il livello di guardia. Difficilmente una squadra con le batterie scariche avrebbe reagito come hanno fatto oggi gli uomini di Iachini. In terra friulana si è rivisto il vero Palermo, quel collettivo che si esprime in trasferta in maniera propositiva come se fosse tra le mura amiche e che gioca con la mente libera senza fare calcoli o tabelle. Tre gol e due legni colpiti (con i pali centrati oggi da Dybala e Rispoli il Palermo è arrivato a quota 17 in campionato) hanno sancito la superiorità dei rosa nei confronti di un’Udinese allo sbando.
E’ sempre sottile, in questi casi, la linea di confine tra i meriti di una squadra e i demeriti dell’avversario. Il Palermo di oggi ha fatto una bella figura mostrando il profilo migliore di sé ma, nell’economia dell’incontro, è stato anche «agevolato» dai problemi evidenti della formazione friulana, incapace di reagire dopo il passo falso rimediato in settimana al «Tardini» contro il Parma. L’inerzia è sempre stata a favore dei rosanero che hanno avuto il merito di colpire al momento giusto creando già nel primo tempo i presupposti giusti per un match in discesa.
Il club dei Pozzo è stato finora un modello di riferimento per il presidente Zamparini e il coinvolgimento nel progetto rosanero di Gerolin, ex Udinese e adesso osservatore in Sudamerica per conto del numero uno della società di viale del Fante, conferma questa tendenza. L’obiettivo, in casa Palermo, è quello di applicare il modus operandi dell’Udinese che consiste nella capacità di scoprire e valorizzare giovani talenti in tutto il mondo cercando di anticipare la concorrenza.
I due allenatori scelgono un modulo speculare (il 3-5-1-1) impostando i loro piani d’azione in una sorta di partita a scacchi. Iachini ripropone Jajalo in cabina di regia supportato da Rigoni e Chochev, destinato fino al termine della stagione a sostituire Barreto (fermo per infortunio) e rispolvera il modulo con la difesa a tre attraverso il quale la squadra ha acquisito tante certezze, a prescindere dalle varianti tattiche. Alla vigilia Iachini aveva chiesto di ritrovare l’efficacia in fase realizzativa dei tempi migliori. È stato accontentato. Sfruttando alla perfezione le ripartenze e complice le amnesie di un’Udinese in stato confusionale, nei primi venti minuti dell’incontro i rosa hanno impresso al match un marchio indelebile, con il secondo gol in serie A di Lazaar (bolide di sinistro al 15’ da fuori area imparabile per il portiere Karnezis) e il sesto stagionale di Rigoni, abile al 22’ a superare l’estremo difensore bianconero con un tap-in di opportunismo da distanza ravvicinata su assist di uno scatenato Dybala. Due schiaffi letali per gli uomini di Stramaccioni, sfiduciati e «beccati» anche dal pubblico amico. Sotto di due gol si faceva dura riprendere la partita.
Al rientro dagli spogliatoi il tecnico bianconero modifica l’assetto del suo scacchiere, passando al 4-3-3 con l’inserimento di un attaccante (Perica) al posto di un difensore (Piris) ma il film della partita non cambia. I rosanero rischiano solo al 18’ quando Pinzi, favorito da un rimpallo, fallisce con il piatto sinistro un rigore in movimento, ma al 22’ chiudono la gara con il sigillo di Chochev che, di testa, supera Karnezis a porta sguarnita. Una bella trama offensiva rifinita da Vazquez e Rispoli, autore del cross vincente dall’out destro. La rete del bulgaro, la prima in serie A, chiude i conti e l’acuto al 36’ di Di Natale, attaccante che in passato ha punito spesso i rosanero, serve ai padroni di casa solo per limitare i danni.
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