È il quinto in tre anni nel governo Crocetta. Carlo Vermiglio, avvocato messinese, si è subito trovato a gestire la polemica sui siti chiusi a Natale e Capodanno. Ma la prima scommessa è disciplinare la partecipazione dei privati negli interventi di restauro. «Previste tre tipologie di sponsorizzazione», spiega
Beni culturali, i progetti dell’assessore Vermiglio «Vi spiego le nuove regole per le sponsorizzazioni»
Tanta bellezza, ma forse troppi siti e i numeri dicono che la maggior parte rimangono poco frequentati. Il 2016 nel settore dei Beni culturali in Sicilia inizia subito con l’esigenza di fare finalmente chiarezza e mettere ordine nella gestione del patrimonio nell’isola. A Natale e Capodanno i siti culturali minori sono rimasti chiusi, gli operatori si lamentano e per alcuni il problema è proprio la mancanza di una concentrazione. La Venere di Morgantina con un calo dei visitatori ad Aidone è un esempio sul quale riflettere e non è nemmeno l’unico. Ne è consapevole il nuovo (il quinto in tre anni) assessore regionale ai Beni culturali, Carlo Vermiglio, 69enne avvocato cassazionista messinese, che nei giorni scorsi è stato ospite a Taormina.
Asessore, in Sicilia ci sono ben nove musei regionali. Perché non pensare a un accorpamento ragionato oppure perché non prevedere nuove attività attorno ai musei?
In queste prime settimane del 2016 stiamo riorganizzando il percorso complessivo di gestione e valorizzazione dei siti culturali siciliani, facendo una valutazione dei vari contesti ambientali. Quello che posso dire è che certamente ci sono tante cose da migliorare, non escludo nessuna soluzione: il mio obiettivo è quello di razionalizzare la situazione e valorizzare al meglio tutti i nostri beni. La Sicilia deve essere protagonista in Italia e nel mondo.
Visto che non ci sono soldi e molti siti hanno bisogno di manutenzione o restauri, pensate al coinvolgimento di privati?
Di recente è stata firmata la circolare che regolamenta la materia delle sponsorizzazioni sui beni culturali siciliani. Abbiamo così colmato, in un’ottica di piena trasparenza, un vuoto normativo che aveva impedito l’avvio di un rapporto di sponsorizzazione con il parco archeologico di Selinunte, che avrebbe fruttato fondi necessari al restauro di alcuni templi. Le tipologie di sponsorizzazione previste sono tre: quella strettamente finanziaria, laddove lo sponsor si accolla le spese dell’intervento; quella tecnica, nel cui ambito tutto l’intervento o parte di esso viene progettato e realizzato a cura dello sponsor; quella mista, cioè una combinazione delle prime due, dove, per, esempio lo sponsor potrà curare la progettazione e poi erogare il finanziamento.
Tutto questo passerà da bandi pubblici?
Per i contributi sotto i 40mila euro si potrà procedere a trattativa privata, fatto salvo il divieto di frazionamento artificioso; sopra questa soglia la scelta dello sponsor dovrà avvenire a seguito di una procedura di gara ad evidenza pubblica.
Spesso i fondi si perdono, è un problema di competenze all’interno delle pubbliche amministrazioni? O c’è altro?
Palazzo Ciampoli, che ho appena avuto l’onore e l’orgoglio di inaugurare a Taormina, con la meravigliosa mostra in corso Tra arte e storia che vede in esposizione oltre cinquanta opere di scuola Antonelliana, è un esempio di come vanno spesso le cose. Questo splendido palazzo del 1412 era chiuso da ormai 34 anni e la Regione è riuscita ora a recuperarlo, ma è evidente che l’iter che ha portato alla ristrutturazione dell’edificio è durato una infinità di tempo. Non è assolutamente possibile che debbano trascorrere 20-30 anni di tempo per arrivare a un finanziamento. Adesso intendiamo puntare soprattutto sulla capacità di snellire gli aspetti burocratici e cosi rendere più rapide ed incisive le procedure.
Perché l’assessorato alla Cultura viene percepito come uno di serie B visto che è uno dei settori dove si può fare di più in Sicilia?
Per quanto mi riguarda l’assessorato ai Beni culturali è un settore strategico di assoluta importanza, che ha grandi potenzialità e può migliorare in tante cose. Non a caso si è fatta chiarezza e si è deciso di regolamentare il coinvolgimento dei privati nella conservazione, valorizzazione e gestione dei beni culturali. Qualcosa di buono stiamo facendo e lo dimostra anche il recente decreto sulle modalità per la concessione del Teatro Antico di Taormina, ambìto da tantissimi privati per eventi e spettacoli. Il termine ultimo per la presentazione delle istanze su spettacoli teatrali, concerti, opere, festival e rassegne cinematografiche è stato fissato al 30 settembre dell’anno precedente a quello di svolgimento dell’evento. Abbiamo quindi fatto chiarezza e posto anche le giuste basi per una programmazione anticipata, e quel regolamento a mio parere può essere un esempio anche in ambito nazionale.
Turismo culturale: si dice che la Sicilia potrebbe vivere solo di questo, ma nel concreto ci traduce questa frase fatta in azioni reali?
La Sicilia ha un immenso patrimonio culturale, il cui valore è inestimabile, ma la vera scommessa è mettere in rete i vari beni, valorizzandoli in un’ottica di sistema integrato.Servono eventi di alto livello, in grado di evidenziare l’identità siciliana. Un esempio può essere proprio palazzo Ciampoli a Taormina, che potrebbe vivere dodici mesi all’anno, ospitando un vero e proprio museo dell’Identità, creando un’attrattiva culturale di livello internazionale.