Beni confiscati, in consiglio tra le polemiche Barresi: «Non c’è una maggioranza»

Da poche ore, intorno a mezzanotte, è stato approvato dal consiglio comunale, con 26 voti favorevoli, il regolamento per l’affidamento dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Un voto unanime da parte dell’assemblea cittadina, che però non ha risparmiato polemiche: ancora una volta l’opposizione si è rivelata fondamentale per l’approvazione dell’atto. Con polemiche, da parte dei consiglieri di Grande Catania, riguardo alla «politicizzazione» di un atto condiviso dalla totalità dell’aula. Ma che, al momento di essere emendato, ha visto svilupparsi un dibattito incentrato su alcuni degli emendamenti chiave a un provvedimento che consentirà da ora in poi una assegnazione più rapida dei beni appartenuti alla criminalità organizzata.

Tra le modifiche approvate all’atto, si segnala quella proposta dal consigliere del Partito Democratico Niccolò Notarbartolo volto ad ottenere una trasparenza delle sedute pubbliche della Commissione che valuterà l’assegnazione dei beni. Le riunioni: «Noi vogliamo sapere non solo a chi è stato affidato il bene, ma soprattutto perché – afferma- e per saperlo occorre pubblicare i verbali». L’emendamento è stato fatto proprio dall’amministrazione.

Altro emendamento orientato alla trasparenza, è quello presentato dal Consigliere Giuseppe Catalano di Articolo 4, per la pubblicazione sul sito web del Comune di una relazione annuale che descriva le attività svolte e gli obiettivi raggiunti in relazione alla concessione dei beni, in modo da consentire alla cittadinanza di avere cognizione di quanto avvenuto nel corso dell’anno. «Spesso venivano assegnati dei beni alle associazioni che non si impegnavano – spiega il Consigliere- perseguendo finalità diverse da quelle sulla carta. Per controllare il loro operato, si rende necessaria una relazione per appurare gli obiettivi raggiunti durante l’anno e tutto ciò che riguarda la loro attività nel territorio per la cittadinanza». L’emendamento all’articolo 10, è stato approvato poi in Consiglio. Catalano ha anche proposto la revoca e decadenza della concessione qualora il titolare della stessa non effettui lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria a suo carico, provocando un danno al bene stesso.

Le prime polemiche nell’aula consiliare scattato quando il consigliere Manlio Messina di Area Centro Destra presenta un emendamento sulla durata delle concessioni, per garantire «l’affidamento dei beni per un periodo non superiore a dieci anni e non inferiore a sei», precedentemente espresso in termini differenti e poi modificato per essere, infine, approvato dal consiglio superando l’empasse. Polemiche che si trasformano, poco dopo, in uino scontro tra amministrazione, maggioranza e opposizione, riguardo a un emendamento proposto dal consigliere Carmelo Coppolino. La proposta, che voleva introdurre una esplicitazione del termine no profit nel regolamento, viene bocciata dall’aula dopo circa un’ora di dibattito.

Due episodi che Andrea Barresi di Grande Catania prende come spunto per fare riferimento all’assenza di una maggioranza in aula, nonostante l’importanza del tema trattato. «Sono contento che l’aula abbia accettato il vincolo dei sei anni –dichiara Barresi- ma che in consiglio Comunale ci siano problemi di maggioranza, non è un mistero. Questa maggioranza non si prende la responsabilità su una delibera che riguarda intere generazioni vessate dalla mafia».

Conclusivo e critico l’intervento del presidente della commissione Bilancio Vincenzo Parisi circa i criteri adottati per la votazione degli emendamenti da parte dell’aula: «Sono stati bocciati emendamenti solo perché presentati dalle persone sbagliate, per logiche di partito. Questo non mi sembra per niente corretto».


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