Una semplice istanza, depositata da alcuni cittadini all'ufficio relazioni con il pubblico del comune di Catania, ha prodotto in una soila settimana un risultato atteso da anni dalla società civile: l'elenco pubblico di tutti i beni comunali, compresi quelli confiscati alla mafia. A depositarla alcuni partecipanti ad un progetto per la promozione della cittadinanza attiva, che in questi giorni stanno affrontando il tema della rigenerazione urbana. «Sono orgoglioso di aver contribuito a far conoscere gli strumenti di democrazia partecipata», commenta Mirko Viola, ideatore di Catania Source
Beni comunali, l’elenco completo è online La richiesta dei cittadini evasa in sette giorni
L’elenco completo dei beni comunali, immobili e terreni, è da alcuni giorni disponibile online. Sono cinquecentosessantasette voci, alle quali se ne aggiungono ventinove comprendenti i beni confiscati alla mafia. Per averlo è bastata una richiesta all’amministrazione di alcuni cittadini. «C’è la destinazione d’uso, l’assegnazione, l’eventuale locazione, si specifica se l’immobile è in dismissione. Per anni, cittadini e associazioni catanesi lamentavano la mancanza di queste informazioni», commenta Mirko Viola, socio dell’associazione Cittàinsieme e coordinatore del progetto Catania Source, che nei mesi scorsi ha organizzato vari workshop sulla cittadinanza attiva. All’interno degli incontri, sono emersi temi di interesse collettivo: rifiuti, servizi sociali, urbanistica, tutela del territorio, mobilità. Alcuni, dopo il termine dei workshop, sono stati approfonditi dai partecipanti più volenterosi, riunitisi in questo caso per continuare il lavoro sulla rigenerazione urbana. Ovvero il recupero e la riqualificazione degli spazi pubblici abbandonati, che fino a ieri non avevano un nome.
L’istanza rivolta al Comune di Catania«Secondo le nuove norme sulla trasparenza gli uffici comunali avevano 30 giorni di tempo per rispondere. Hanno risposto in una settimana», commenta Viola, che si dice «orgoglioso di avere contribuito a dare la possibilità a tantissimi catanesi di conoscere gli strumenti di democrazia partecipata che lo Statuto comunale e le leggi ci mettono a disposizione». I membri del gruppo, infatti, hanno inoltrato una semplice domanda all’amministrazione, tramite l’Ufficio relazioni con il pubblico, destinandola al responsabile della Trasparenza. Una figura che, tra i suoi compiti, ha quello di rispondere alle istanze dei cittadini rivolte ai sensi dellart. 30 del decreto Legislativo n. 33 del 2013. «Quando i cittadini prendono coscienza dei loro diritti, non li ferma più nessuno, dobbiamo solo crederci – prosegue Viola – Per questo, invito tutti a partecipare a uno dei tavoli tematici, magari proponendosi come capo gruppo». Una operazione che si può effettuare comodamente online, compilando un form sul sito del progetto Catania Source.