A opporsi alla decisione della corte d'appello era stata la procura generale di Catania. Ribaltata la decisione delle sezione misure di prevenzione che a settembre 2018 aveva fatto scattare i sigilli. L'editore resta imputato per concorso esterno
Beni Ciancio: inammissibile ricorso, dissequestro definitivo Verdetto Cassazione. Valore ammonta a 150 milioni di euro
È definitivo il dissequestro dei beni dell’imprenditore ed editore Mario Ciancio Sanfilippo. Lo ha deciso la quinta sezione della Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Procura generale di Catania contro il provvedimento della Corte d’appello che, il 24 marzo 2020, aveva disposto la restituzione di tutti i beni a Ciancio Sanfilippo e ai suoi familiari, ribaltando la decisione della sezione misure di prevenzione del tribunale.
Tra i beni dissequestrati, per un valore stimato in 150 milioni di euro, anche le società che controllano il quotidiano La Sicilia e le emittenti televisive Antenna Sicilia e Telecolor. Il sequestro finalizzato alla confisca era stato eseguito il 24 settembre del 2018. Ciancio rimane imputato davanti i giudici per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
«Poiché i temi del procedimento di prevenzione sono identici a quelli trattati nel processo di merito – spiega in una nota l’avvocato Carmelo Peluso – la decisione odierna consente di affrontare anche quest’altro dibattimento con maggiore serenità. Oggi non celebriamo con enfasi una vittoria, possiamo dire soltanto che tutte le ragioni della difesa sono state ritenute valide. Ma i tanti anni trascorsi, quasi cinque per la misura di prevenzione e nove del processo di merito ancora in corso – conclude il legale – faranno sempre ricordare il penoso calvario che ha condotto a questo risultato».