Benefici della legge 104, nell’Agrigentino 353 indagati Insegnanti denunciano colleghi, Digos in provveditorato

Quella delle 104 (la legge che consente agli insegnanti l’avvicinamento a casa quando hanno un familiare disabile o malato da assistere) nella provincia di Agrigento sembra una storia infinita. Nel settembre del 2014 la Procura della città dei templi aveva dato vita, parafrasando un famosissimo cartoon della Disney, alla Carica delle 104. In quell’occasione ben 101 agrigentini, tra insegnanti, medici, infermieri, bidelli e conducenti di ambulanze, erano stati iscritti nel registro degli indagati perché accusati, a vario titolo e con posizioni differenziate, di avere contribuito a truccare decine di pratiche per consentire l’assegnazione della 104 anche a chi non ne aveva diritto.

Ma i magistrati agrigentini non si sono fermati a quelle indagini. Anzi, continuando a eseguire verifiche sugli incartamenti, e prendendo spunto dalle numerose denunce presentate nel frattempo da insegnanti che si sono sentiti defraudati di un diritto, considerato che grazie alla 104 si erano visti passare davanti altri colleghi, hanno scoperto altri, presunti, abusi. Ecco cosa è successo nelle ultime ore: la Procura ha chiesto più tempo per chiudere le indagini su altri 252 agrigentini (più del doppio rispetto alla prima tranche della Carica delle 104). Secondo i dati che emergono dall’inchiesta, i Comuni della provincia di Agrigento dove si registra la maggiore presenza di insegnanti che godono della 104 sono due: Favara e Raffadali.

E proprio nelle ultime ore, addirittura, è stato aperto un terzo filone d’inchiesta. Questa volta sono 54 gli insegnanti finiti nei guai perché sospettati di avere ottenuto facilitazioni per l’assegnazione della 104 che gli avrebbe consentito, in molti casi, di lasciare il Nord Italia per ottenere il trasferimento vicino a casa, se non addirittura proprio nella città nella quale risiedono. La posizione di questi ultimi è al vaglio della magistratura. 

Allora, ricapitolando: in questo momento il numero delle persone sotto inchiesta, per falsità materiale commessa da un pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale in atti pubblici in concorso tra di loro, è pari a 353. A questi si aggiungono gli approfondimenti su altri 54 insegnanti. Un numero che, a pensarci bene, ha quasi dell’incredibile, ma restituisce la misura di un fenomeno che, in provincia di Agrigento, definire molto diffuso sarebbe riduttivo.

Del resto, osservando questi dati, viene in mente quanto accaduto poco più di un mese fa a Linosa, la più piccola delle Pelagie, quando anche i genitori degli studenti denunciarono (protestando per l’assenza di docenti nelle scuole dei loro figli) «lo scandalo che impedisce agli insegnanti isolani di tornare a casa perché in graduatoria vengono superati da coloro i quali hanno la 104». In quell’occasione a prendere posizione fu anche il Pd di Lampedusa. «Non è pensabile – scrisse il Partito Democratico in un documento – che resti qui chi ha ottenuto il trasferimento dal nord grazie alla 104, ma deve assistere un parente che, per esempio, risiede a Canicattì. È scontato che questi insegnanti non rimarranno a Lampedusa e Linosa».

Nel settembre del 2014, quando vennero emesse le prime ordinanze della Carica delle 104, 19 persone (tra le quali dieci medici) vennero raggiunte dai provvedimenti cautelari. In sei finirono in carcere, otto ai domiciliari, mentre gli altri ricevettero la misura dell’obbligo di dimora nelle rispettive città di residenza. Ora la procura di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio che si è insediato la settimana scorsa, intende fare piena luce su di un fenomeno che ha raggiunto numeri da capogiro. Appena pochi giorni fa gli agenti della Digos hanno raggiunto il provveditorato agli studi di Agrigento per portare via un corposo fascicolo pieno di atti che riguardano proprio l’assegnazione della 104 a numerosi insegnanti. Contemporaneamente incartamenti sono stati prelevati all’Inps ed all’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento. La procura vuole verificare, tra le altre cose, la regolarità di certificati medici ottenuti dagli insegnanti destinati al nord Italia, per farsi trasferire vicino casa.

Sulla vicenda è intervenuto il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone: «Quello che emerge dalle inchieste della magistratura, a iniziare da Agrigento, sui furbetti della 104 disegna uno spaccato che, se le accuse saranno dimostrate, è veramente indegno. Non si tratta solo dei reati penali commessi ma di qualcosa di più e di peggio che coinvolge la sfera dei sentimenti, della solidarietà, della convivenza civile. Chi si approfitta di una legge nata per aiutare le famiglie che hanno bisogno di assistere una persona cara non commette solo un reato ma compie un vero e proprio furto della speranza di futuro. Il trasferimento o qualsiasi beneficio ottenuto illecitamente, infatti, sottrae il posto a chi invece ne avrebbe davvero bisogno. Chi con leggerezza criminale compie questi gesti non pensa alla sofferenza che causa ad altri».

Giacinto Pira

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