A contattare la nostra redazione è stato Samuele Catania, l'uomo che si trovava al volante del Suv che il 6 marzo è andato a sbattere contro un guard rail. Assicura che i fatti sono andati diversamente da come detto dalla polizia municipale
Belpasso, parla il guidatore coinvolto nell’incidente su ss121 «Non è stato autonomo, un camion ci ha tagliato la strada»
«Non è stato un incidente autonomo, un camion mi ha tagliato la strada». A parlare è Samuele Catania, il conducente del Suv che nella mattinata dello scorso 6 marzo, mentre si trovava alla guida del proprio mezzo con accanto un amico, è rimasto coinvolto in un sinistro lungo la statale 121 in direzione Catania, in contrada Giaconia, nel territorio di Belpasso. L’auto condotta da Catania è andata a sbattere violentemente contro il guard rail. I due occupanti del mezzo sono rimasti feriti, il passeggero in maniera più seria. «Ha avuto bisogno di 70 punti tra testa e volto», dichiara Catania. La nostra redazione aveva documentato quell’incidente, parlando, nell’immediatezza dei fatti, con la sala operativa della polizia municipale di Belpasso, intervenuta sul luogo dello scontro. Dalla centrale l’operatore dichiarava che probabilmente si trattava di un incidente autonomo. Le cose però sarebbero andate diversamente.
«Con il mio amico ci stavamo recando a Catania per partecipare a una competizione sportiva – racconta Catania – Facciamo parte di una squadra di tiro a volo, disciplina fossa olimpica. Eravamo sulla corsia di sorpasso, quando un camion che proveniva dalla corsia di destra ci ha tagliato la strada. Per evitare il contatto con questo camion ho frenato e l’autovettura è diventata incontrollabile, andando a sbattere contro un altro camion e il guard-rail». Il conducente racconta poi di avere rifiutato il soccorso dell’ambulanza del 118 che arrivava dalla postazione di Paternò perchè «all’interno della nostra macchina si trovavano le armi che dovevano essere utilizzate per la gara di tiro a volo e la polizia municipale non le aveva prese in consegna».
A portare Catania in ospedale è stata la moglie. «Mi hanno dato una prognosi di trenta giorni, mi sento ancora tutto ammaccato, ma posso dire anche quel giorno siamo rinati. Poteva finire ancora peggio», conclude il conducente.