«L’appa ammuttari picchì mi livavanu travagghiu». Così un posteggiatore abusivo di Barriera racconta delle decine di pacchi di parafarmaci, molti dei quali ancora imballati, abbandonati vicino a due cassonetti lungo via Modigliani, non lontano da piazza del Carmelo. Sono comparsi lì la scorsa settimana e hanno invaso la strada per giorni. Poi, così come sono arrivati, sono stati rimossi. Forse dal servizio di nettezza urbana comunale. «È la prima volta che succede, ma saranno venuti di notte a scaricarli col camion perché erano veramente tanti», racconta un anziano residente del palazzo alle spalle del cumulo. «Uno schifo, la gente poi era curiosa e andava a rovistare, si sono aperti i pacchi e il contenuto si è riversato per strada», aggiunge una donna del palazzo di fronte. Flaconi in vetro e in plastica, scaduti da anni. Qualche campione è rimasto visibile dietro i cassonetti anche dopo la rimozione. Adesso del caso si occupa la polizia ambientale di Catania che ha aperto un’indagine.
I colli sono stati abbandonati di fronte al civico 23 di via Modigliani e all’angolo tra la stessa e via Fattori, nell’area dove il martedì si svolge il mercato rionale. Forse per questo sono stati portati via nella notte tra lunedì 4 e martedì 5 maggio, per fare posto alle bancarelle. Sulle scatole, però, restavano ancora ben leggibili il numero del lotto e il nome della ditta che le ha inviate: Labomar, un’azienda veneta. «Sono naturalmente dispiaciuto nel vedere queste immagini, ma Labomar produce conto terzi integratori alimentari per i propri clienti, che sono in genere grossi distributori, e non ha alcuna informazione in merito alla rete di distribuzione presso farmacie, parafarmacie ed erboristerie», spiega a MeridioNews Marco Mori.
Il passaggio successivo viene chiarito proprio dai clienti a cui il lotto era destinato: una delle controllate dal gruppo Signorino e soci, con sede in provincia di Rimini. «Noi ci occupiamo della logistica e tra i nostri clienti non abbiamo farmacie, parafarmacie o erboristerie in quella zona – spiega Giuseppe Signorino – In ogni caso, considerato il numero di pezzi abbandonati, non credo proprio che si tratti di un singolo negozio. Dev’essere per forza un grossista». Le farmacie, spiega l’imprenditore, chiedono al massimo 24 pezzi, una scatola. A Barriera sono stati abbandonati almeno 80 colli, per un totale di quasi duemila prodotti. Forse di più. Per questo anche le indagini della polizia ambientale etnea sono indirizzate alla ricerca di un distributore e non di un singolo esercizio commerciale.
«Sicuramente sono prodotti che non si smaltiscono in un cassonetto o all’isola ecologica, avrebbero dovuto affrontare delle spese che hanno voluto evitare», commenta un altro residente della zona. «Il nostro prodotto non richiede particolari procedure di smaltimento – spiega Mori di Labomar – È un rifiuto non pericoloso, un liquido acquoso con zuccheri ed estratti vegetali, confezionato in flaconcini in Pet e astuccio di carta». Stesso discorso per gli altri parafarmaci visibili dalle foto: una soluzione marina per liberare il naso dei bambini e un preparato alla propoli. In ogni caso, il posto dei prodotti scaduti non è certo il cassonetto. Specie se in questa quantità. «I cassonetti servono per i rifiuti domestici, così come le isole ecologiche per i rifiuti ingombranti – spiega Stefano Sorbino, vicecomandante della polizia municipale etnea – Avrebbero dovuto portarli in discarica, si tratta di normali costi aziendali».
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