Barone (Uil): “Stop all’illegalità diffusa, il Governo affidi la Youth Guarantee ed i 1800 lavoratori al Ciapi”

PRIMA DI APRIRE IL SETTORE AD ALTRI SOGGETTI PRIVATI PER AMPLIFICARE IL CONSENSO POLITICO VANNO GARANTITI TUTTI GLI EX SPORTELLISTI. IN SICILIA SENZA REGOLE NON E’ PIU’ PRATICABILE LA STRADA DEL MODELLO MISTO

Sulla vertenza degli ex Sportelli multifunzionali restano aperte tutte le soluzioni. Affidamento diretto al Ciapi di Priolo, in quanto ente strumentale della Regione siciliana, oppure gestione ai privati accreditati?

È questo il dilemma sul quale la negoziazione tra Governo regionale e parti sindacali appare impantanata. A complicare la già difficile trattativa la delicata questione del tipo di rapporto di lavoro: a progetto o tempo determinato?

Su quest’ultimo punto i lavoratori hanno chiaramente fatto sapere come la pensano e non ci sono margini di trattativa: il contratto deve essere a tempo determinato, l’unico che lascia in piedi le garanzie.

Sulla prima criticità si gioca la partita politica. Il Governo regionale è arrivato alla scadenza del progetto Spartacus, che ha impegnato per sei mesi gli ex sportellisti, impreparato. Volutamente o per incapacità gestionale?

Resta il dilemma. Impreparazione dovuta al mancato avvio di alcune azioni previste nel Piano giovani e segnatamente nel punto 4.2 ‘Rafforzamento del Sistema’. Misure riguardanti l’accreditamento dei Servizi al lavoro con una dotazione di un milione e mezzo destinato a duecento soggetti e la riqualificazione del personale dei Servizi per l’impiego con la disponibilità di tre milioni di euro da destinare a mille operatori.

La partita resta aperta.

Sull’argomento abbiamo intervistato il segretario generale della Uil in Sicilia, Claudio Barone.

“Abbiamo espresso la nostra contrarietà all’idea di ridare la gestione degli Sportelli di orientamento agli enti privati – dichiara Barone -. Pensare di affidare il servizio senza appalto avrebbe comportato risultati nefasti, un illecito, tanto più che la Formazione professionale in Sicilia, in questo momento, non gode di buona fama. Siamo contrari ad avventure che spingono al passato il settore. E vero, in altre regioni d’Italia vige il sistema misto, pubblico-privato nella gestione dell’orientamento, perché si seguono le norme di legge, in Sicilia non ci sono queste condizioni”.

“Riteniamo che il servizio debba restare in capo al Ciapi – chiarisce il leader della Uil siciliana – che può farlo in affidamento diretto e senza gara essendo un ente strumentale della Regione siciliana. Ci sono due problemi di tipo negoziale – puntualizza – che con la dialettica ai tavoli di confronto stiamo cercando di superare: il pagamento a rendiconto così come previsto dal piano della Youth Guarantee ed il tipo di rapporto di lavoro”.

“Noi non siamo d’accordo all’utilizzo del contratto a progetto perché significherebbe precarizzare mille e 800 lavoratori – afferma Barone -. Nel frattempo si cerca la mediazione per contemperare l’esigenza del Ciapi di poter pagare mensilmente i lavoratori con quella degli operatori di non sentirti precari”.

“Esiste un emendamento del Governo, frutto dell’impegno del presidente Rosario Crocetta – riferisce il segretario generale della Uil – che ha il vantaggio di introdurre forme flessibili di rapporti di lavoro, contratti elastici che possono coincidere con il contratto a tempo determinato piuttosto che con quello a progetto”.

“Sappiamo che l’emendamento non è risolutivo – afferma ancora Barone – perché il vero problema è trovare l’equilibrio tra l’esigenza del Ciapi di evitare di andare in default e quella del rapporto di lavoro. La mediazione però è in corso ed occorre trovare la maniera per far avere le risorse al Ciapi a prescindere dall’attesa del rimborso. Una soluzione che trovi il consenso e sia accettata dai lavoratori”.

“Torno a ripetere – stigmatizza Barone – che la soluzione dell’affidamento ai privati ci avrebbe portato al disastro alimentando nell’opinione pubblica e nella magistratura il senso di illegalità diffusa nel settore. Le risorse si usano per garantire chi è già nel sistema e non per imbarcare nuovi soggetti per amplificare il consenso politico”.

“Non ce la sentiamo di aprire a nuovi soggetti se prima non si garantiscono i mille e 800 operatori – ribadisce Barone – a livello ideologico non ho alcuna preclusione, né difficoltà all’idea che i privati possano gestire il settore”.

“Questo però significa anche dover predisporre e pubblicare una gara che porta via almeno sei mesi, con il rischio di vederci passare il piano della Youth Guarantee – conclude l’esponente sindacale -. Senza dimenticare che per il Governo regionale il problema non è solo quello di garantire il servizio, ma anche ricollocare mille e 800 operatori”.

Giuseppe Messina

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