È quanto chiede Goletta Verde, storica campagna dell'associazione ambientalista a tutela dei mari italiani, che oggi è arrivata nella borgata marinara di Sferracavallo dove gli attivisti hanno esposto lo striscione
Barcarello, blitz Legambiente a ex stabilimento «La costa non si tocca: abbattiamo l’ecomostro»
Abbattere subito quello che resta dell’ex stabilimento balneare Playa Bonita nella zona Barcarello a Sferracavallo e rimettere in sicurezza l’intera aree per garantire sicurezza ai cittadini e ridare dignità a una delle aree più caratteristiche del litorale palermitano che si affaccia sull’area marina protetta di Capo Gallo – Isola delle femmine. È quanto chiede Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente a tutela dei mari e delle coste italiane, che questo pomeriggio è arrivata a Palermo. Gli attivisti di Legambiente si sono recati nei pressi dell’area dell’ex stabilimento balneare, oggi ridotto a uno scheletro, esponendo lo striscione «La Costa non si tocca: abbattiamo l’ecomostro».
«La struttura è attualmente sotto sequestro – si legge in una nota – con un’intricata vicenda giudiziaria che dura ormai da diversi anni e ne complica ulteriormente la risoluzione. Una struttura è stata anche più volte incendiata da quando è caduta in disuso e che sta lentamente cedendo sotto l’erosione costante del mare, l’incuria e l’abbandono. Negli anni è divenuta così l’emblema del degrado, in una zona che invece potrebbe rappresentare un fiore all’occhiello dell’area. La stessa passeggiata in legno che conduce sino alla punta della riserva protetta è stata solo in parte ristrutturata».
«C’è un’unica soluzione, che vede già schierati comitati, associazioni e cittadini: abbatterlo – commenta Francesco Liotti, Circolo Legambiente Mesogeo Palermo – Non solo per dare un segnalo chiaro di rottura con il passato e di una nuova visione di sviluppo e tutela della costa, ma anche e soprattutto per ridare dignità e decoro a questi luoghi. Chiediamo quindi alle autorità competenti di procedere immediatamente all’abbattimento di questo ecomostro e alla contemporanea messa in sicurezza dell’area, perché non si può accettare che vengano lasciate all’abbandono risorse territoriali di eccellenza che potrebbero invece rappresentare un elemento di pregio del nostro territorio».